Con Sucker Punch, Zack Snyder voleva decostruire l'"estetica del fanboy"

Nel corso di una recente intervista concessa al The Hollywood Reporter, il regista Zack Snyder ha parlato delle fonti di ispirazione che lo hanno spinto a dirigere Sucker Punch, quinto lungometraggio della sua filmografia.

Uscito nel 2011 e da lui prodotto, scritto e diretto, il film racconta la storia di una ragazza di nome Babydoll che negli anni Cinquanta viene rinchiusa dal patrigno in un manicomio, dove dovrà essere lobotomizzata da lì a cinque anni: per sfuggire a quel luogo orribile, Babydoll si rifugerà in un mondo di fantasia dal quale inizierà a pianificare la sua evasione.

Snyder, che in passato ha parlato dell'opera come di un "Alice nel paese delle meraviglie, ma con i mitragliatori", nell'intervista ha dichiarato che con quel film la sua intenzione era quella di "decostruire l'estetica del fanboy. E' una forma diversa di immersione, ovviamente derivata dal mio più profondo appezzamento per il genere."

Come spesso accade per i film diretti da Zack Snyder, assolutamente non convenzionali e nel bene e nel male unici, anche Sucker Punch divise critica e pubblico, con schiere di aspri detrattori da una parte e ammiratori assolutisti dall'altra, che hanno dissezionato il film alla ricerca di significati più profondi e nascosti. Voi cosa ne pensate delle dichiarazioni del regista? E soprattutto, vi era piaciuto il film?

Come al solito, fatecelo sapere nei commenti.

Il cast del film comprendeva Emily Browning, Abbie Cornish, Jena Malone, Vanessa Hudgens, Jamie Chung, Carla Gugino, Oscar Isaac, Jon Hamm e Scott Glenn.

Vi ricordiamo, infine, che Snyder tornerà alla regia con il suo primo progetto Netflix, l'horror Army of the Dead.