Woody Allen distrugge Hollywood e Timothée Chalamet: "Denunciarmi è la moda del momento"

Woody Allen distrugge Hollywood e Timothée Chalamet: 'Denunciarmi è la moda del momento'
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Per promuovere la sua nuova autobiografia Apropos of Nothing, il regista e sceneggiatore Woody Allen ha rilasciato un'intervista al britannico The Guardian, parlando delle numerose polemiche che circondano il suo nome negli Stati Uniti.

"Presumo che per il resto della mia vita un gran numero di persone penserà che fossi un predatore", ha scherzato Allen, scandendo il termine con un forte accento di Brooklyn ("pred-ah-tah"). "Tutto ciò che dico sembra auto-difesa, quindi è meglio se vado semplicemente per la mia strada e lavoro".

Un vero soldato del cinema, col suo metodo di lavoro industriale, a 84 anni arriva nelle sale britanniche con A Rainy Day In New York, il suo 48esimo film. Ha già terminato il suo 49esimo, Rifkin's Festival, girato in Spagna, e se non fosse stato per il Coronavirus avrebbe già iniziato a lavorare al 50esimo. "Pensavo che la gente avrebbe considerato quelle accuse come la immondizia ridicola che sono, e dal primo giorno non le ho mai prese sul serio", continua Allen. "Voglio dire, per me equivale ad accusarmi di aver ucciso sei persone con una mitragliatrice in pieno giorno. come dovermi confrontare con una storia in cui ho ucciso sei persone con una mitragliatrice."

Sulle star di Hollywood che lo hanno rinnegato, e in particolare Timothée Chalament, protagonista proprio di Un Giorno di Pioggia a New York, Allen afferma: "È sciocco. Gli attori non hanno idea dei fatti e si aggrappano ad una posizione pubblica sicura. Mostratemi qualcuno che non è felice di parlare pubblicamente contro le molestie infantili. Ma gli attori e le attrici sono così, denunciarmi è diventata l'ultima moda da seguire, come se da un giorno all'altro tutti iniziassero a mangiare il cavolo! Se va di moda, devi farlo. Timothée in seguito dichiarò pubblicamente di essersi pentito di aver lavorato con me e di aver dato i soldi in beneficenza. Ma si è scusato con mia sorella, dicendo che aveva bisogno di farlo dato che era in lizza per un Oscar per Call Me By Your Name, e lui e il suo agente si dissero che avrebbe avuto maggiori possibilità di vittoria se mi avesse denunciato, e così ha fatto."

Per altri approfondimenti: primo sguardo a Rifkin's Festival e recensione di Un Giorno di Pioggia a New York.