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Recensione Cinema
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7.5
Ivan Marra
Il Wolverine di Hugh Jackman è andato incontro, come tutti i suoi colleghi X-Men (e, contestualmente, gli altri eroi del Marvel Cinematic Universe), a più di una trasformazione: che si tratti di piccoli dettagli o di grossi cambiamenti, Logan non è rimasto mai uguale a sé stesso da un film all'altro.
Un esempio valido ci è fornito da Wolverine - L'Immortale, ultimo (e non amatissimo) film sul personaggio di Hugh Jackman prima di quell'epica e dolorosa conclusione che fu il Logan uscito nel 2017: nel film diretto da James Mangold notiamo infatti dei piccoli accorgimenti relativi al tratto distintivo per eccellenza del nostro mutante, vale a dire i suoi artigli.
In Wolverine - L'Immortale possiamo notare infatti come le dinamiche della fuoriuscita degli artigli di Logan siano in un certo senso, ci venga perdonato il termine, più credibili rispetto a quanto visto in precedenza: nel film del 2013 gli artigli vengono fuori non più dalle nocche del nostro, ma da un punto più basso della mano, attraversando di fatto l'intero palmo (soluzione forse più dolorosa ma certamente più ragionevole in termini fisici).
Gli artigli, inoltre, sembrano venir fuori dagli spazi tra le dita di Logan, facilitando di fatto il loro rientro direttamente nell'avambraccio: insomma, parlare di credibilità è sicuramente azzardato per un cinecomic, ma accorgimenti del genere, a nostro parere, vanno comunque apprezzati! Per saperne di più, comunque, qui trovate la nostra recensione di Wolverine - L'Immortale.
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