Caso Weinstein, la Corte ha deciso: media banditi dall'udienza

Caso Weinstein, la Corte ha deciso: media banditi dall'udienza
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Alla fine la decisione della Suprema Corte di Giustizia di New York è arrivata: all'udienza di Harvey Weinstein non potranno essere presenti stampa o media di nessun genere, allo scopo di evitare disordini.

Questa, dunque, la decisione presa dal giudice della Corte Suprema di New York James Burke. Più di una voce si è levata in protesta contro la decisione, con gli organi di stampa in primis: Associated Press e New York Times hanno, infatti, ribadito che non c'è alcun motivo legale per non ammettere testate all'udienza. Sul fronte opposto, i difensori di Weinstein avevano spinto in questa direzione per evitare disordini che, a loro dire, avrebbero potuto influenzare la Corte.

Gli organi d'informazione, comunque, ricorreranno in appello: "Confidiamo che il primo emendamento aprirà le porte dell'udienza e toglierà i sigilli ai documenti. Il prossimo passo di questa battaglia sarà la Corte d'Appello" ha dichiarato Robert Balin, avvocato delle organizzazioni di stampa.

Qualche ora prima, invece, l'avvocato di Weinstein Marianne Bertuna aveva spinto affinché le porte restassero chiuse: "Cerchiamo di limitare i danni fatti dall'insaziabile frenesia dei media. Siamo tutti d'accordo su quanto la stampa e i media siano importanti, ma la nostra posizione è che i documenti debbano restare sigillati, perché in caso contrario i diritti di Weinstein previsti dal sesto emendamento saranno pregiudicati" sono state le dichiarazioni rilasciate da Bertuna.

Alla Corte d'Appello, a questo punto, spetterà il compito di legittimare o meno la decisione del Tribunale.