Venezia 72: Andrea Segre promotore della Marcia degli Uomini Scalzi

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L'11 settembre, in pieno Venezia 72, alcuni registi e attori italiani si fanno protagonisti, al Lido, della Marcia degli Uomini Scalzi, con Andrea Segre, promotore dell'iniziativa, in prima fila.

«Un'occasione davvero importante per rispondere con civilità a chi in Veneto spesso utilizza la complessità dell'accoglienza per far crescere paure e intolleranze» dice il regista. Una marcia per rompere il silenzio sui diritti dei rifugiati e dei migranti. All'appello hanno aderito molte realtà delle società civile attiva e solidale, insieme con Bellocchio, Servillo, Saviano, Paolini e così via. Di seguito il testo dell'appello firmato Segre, che dà appuntamento a tutti per l'11 settembre alla Mostra del Cinema di Venezia.

«È arrivato il momento di decidere da che parte stare. È vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte. Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. È difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo. Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un’altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro a una barca, a un tir, a un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno. Sono questi gli uomini scalzi del 21° secolo e noi stiamo con loro. Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle. La Marcia degli Uomini Scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civiltà».