The Woman King, cosa vuol dire dirigere Viola Davis: parla Gina Prince-Bythewood

The Woman King, cosa vuol dire dirigere Viola Davis: parla Gina Prince-Bythewood
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Tanta forza, unione e concentrazione massima. Queste le tre parole che riassumono perfettamente il film di Gina Prince-Bythewood The Woman King che possiede un cast fenomenale. La regista si è espressa sulla profondità dei tema trattati, sulla storia e sull'esperienza registica "in compagnia" dell'iconica Viola Davis.

In una recente intervista, Deadline ha dialogato con Gina Prince-Bythewood sull'importanza di narrare la storia di The Woman King proprio in questo periodo storico, e la regista risponde così: "Credo che sia una storia che debba essere raccontata continuamente. Credo che ci sia, magari ecco non una mancanza, però non ci sono film che parlano della nostra storia oltre alla schiavitù nel nostro paese. Tutto ciò che impariamo parte da essa. Ma c'è molta più Storia che bisogna esplorare, poiché è ancora oscura a molti. Abbiamo bisogno di questo".

La regista continua spiegando anche l'importanza di vederci come eroi, re o regine: "Dobbiamo essere in grado di vederci in questo modo; siamo manchevoli in questo. Quindi queste storie devono essere raccontate. Le epopee storiche sono fantastiche perché ti portano in un mondo e in culture che non sono magari tue, ma con le quali sicuramente troverai una connessione".

Per narrare questa storia, i protagonisti di The Woman King come Viola Davis hanno accettato una vera sfida. A proposito della star hollywoodiana, la regista si è espressa anche sull'esperienza di lavorare con un'attrice di tale calibro e sulle sue iniziali insicurezze nell'approccio generale: "Non lo nego, ero profondamente intimidita. Ho letteralmente pensato: "Cosa dirò mai a Viola Davis? Come la dirigo?" [...] Viola è bravissima perché lavora sodo. E ho avuto l'occasione di godermi in prima persona tutto il lavoro e l'impegno che mette nei suoi ruoli".

Continua dicendo che: "Così ci siamo divertite insieme nel creare Nanisca, condividendo libri e video di diverse persone che rappresentano contemporaneamente la Nanisca sopravvissuta e la Nanisca guerriera, come Muhammad Ali e Claressa Shields. Nei video dei loro combattimenti, non mostravano alcuna emozione. Ed è stato in quel momento che ho capito come Nanisca sarebbe stata".

Infine, ha rivelato che: "Viola Davis vuole essere diretta. Non vuole essere lasciata a se stessa, quindi questo è stato un sollievo per me. [...] E' stato un rapporto davvero collaborativo".