Sulla Mia Pelle: Il film su Cucchi fa arrabbiare le forze dell'ordine

Sulla Mia Pelle: Il film su Cucchi fa arrabbiare le forze dell'ordine
di

Le reazioni dei sindacati di polizia e carabinieri alla proiezione di Sulla mia pelle sono state durissime. Ecco cosa è successo dopo la première della storia su Stefano Cucchi che è avvenuta ieri al Festival del Cinema di Venezia.

Sulla Mia Pelle ha ottenuto sette minuti di applausi da critica, pubblico e dalla famiglia stessa di Stefano Cucchi, la cui vicenda è stata parte della cronaca nostrana per anni, dopo che, nel 2009, il ragazzo (geometra romano), è morto a causa delle conseguenze di un fermo di polizia con tanto di percosse e la successiva detenzione in carcere con l'accusa di possesso di droga. Cucchi venne, (secondo quanto riportato dalle varie fonti che negli anni hanno seguito il processo ai funzionari delle forze dell'ordine che si sono resi responsabili dei fatti contestati), fermato e, dopo la sua resistenza al blocco, il ragazzo fu brutalmente picchiato e portato in carcere. Morì in un letto d'ospedale sette giorni dopo. In calce alla news trovate anche il tweet diramato da The Huffinghton Post.

Ecco il giusdizio del Cocer, organo di rappresentanza dei Carabinieri:

"Ci sarebbe da indignarsi se si accertasse che lo stesso (film) è stato prodotto con il contributo dello Stato. Infatti apparirerebbe alquanto strano che, con un processo ancora in corso per appurare la verità, organi dello Stato abbiano finanziato un film che sposta in una sala cinematografica un processo che proceduralmente, in uno Stato di diritto, andrebbe svolto in un'aula di Tribunale".

Franco Maccari, presidente nazionale di Fsp Polizia di Stato:

"È impossibile contenere o sdegno per l'ennesima storia di ordinaria criminalizzazione di chi veste una divisa. A quando un film sul carabiniere Giangrande ferito a Palazzo Chigi? O sui poliziotti uccisi dal terrorismo rosso? A quando un film, pagato dallo Stato, sugli eroi in divisa? Basta con le gogne, le piaghe e le cicatrici che tanti appartenenti alle Forze dell'Ordine portano a vita 'sulla loro pelle'."

Le dichiarazioni di Gianni Tonelli, ex segretario del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) al Tempo:

"Rabbrividisco. Mi chiedo: si può mandare in mezzo mondo un film che dà allo spettatore un'idea non suffragata da sentenze? Ed è vero che lo Stato ha finanziato il film con 600mila euro? È questa la cultura italiana da esibire in una mostra internazionale? Io non mi farò intimidire, e da parlamentare andrò in fondo a questa storia".

Infine Donato Capece, segretario del sindacato di polizia penitenziaria:

"La storia processuale ci ha visti oltraggiati e infamati senza uno straccio di prova: sia la sentenza di primo grado che quella di appello hanno assolto i poliziotti penitenziari. Lo hanno accertato due Corti e lo ha confermato infine la Cassazione. Nessuno deve più aprire o sollevare sospetti, ci aspettiamo da anni scuse che ancora non arrivano. Il carcere, e chi in esso lavora, non c'entra nulla con la triste vicenda Cucchi. E sarebbe giusto che questo venisse evidenziato nel film".

Sulla Mia Pelle è un documentario cinematografico che vedremo su Netflix il 12 settembre.