Da Stranger Things alla Marvel: televisione e cinema si stanno scambiano i ruoli?

Da Stranger Things alla Marvel: televisione e cinema si stanno scambiano i ruoli?
di

La quarta stagione di Stranger Things è giunta a conclusione sulla piattaforma di streaming on demand Netflix, mentre i Marvel Studios si preparano a tornare nelle sale col nuovo film Thor Love & Thunder: grande e piccolo schermo continuano a dialogare a distanza, ma non sono mai stati così vicini.

Negli ultimi tempi infatti stiamo assistendo ad una sorta di 'cambio della guardia' tra cinema e serie televisive, i cui confini si fanno sempre più sottili tra formati, scelte visive, possibilità di messa in scena e soprattutto mezzi economici: il trend va avanti ormai da qualche tempo e diventa via via più estremo con il risultato che la sala cinematografica, che sta perdendo sempre più di attrattiva, inizia a guardare con invidia alla popolarità in continua crescita del mondo dello streaming. Il risultato è che i due medium stanno iniziando a contaminarsi a vicenda come mai prima d'ora.

In un'intervista a Kombini, il famoso regista Richard Kelly, padre del cult Donnie Darko e del meno fortunato Southland Tales, si è detto molto eccitato ed ammirato di fronte alle possibilità di questa contaminazione, citando come esempio di ciò che sta succedendo al cinema e alla televisione il progetto del Marvel Cinematic Universe e Twin Peaks: Il ritorno di David Lynch: praticamente un'infinita serie televisiva pensata per il grande schermo e un lunghissimo film d'essai da 18 ore pubblicato in formato episodico. Cosa è più cinema e cosa è più serie tv, tra le due opere? Stabilirlo è praticamente impossibile.

Ma gli esempi non finiscono certo qui: la quarta stagione di Stranger Things ha proposto episodi lunghissimi, letteralmente da record per la storia della tv, col finale di stagione arrivato addirittura ad una durata di 2 ore e 20 minuti, praticamente superiore alla media dei film che escono in sala (Top Gun Maverick ha superato il miliardo di incasso ed è entrato nella top50 dei più grandi successi della storia del cinema, e dura dieci minuti in meno). Sempre su Netflix, la scorsa estate, era uscito l'apprezzato progetto di Fear Street, una saga horror composta da tre film distribuiti a cadenza settimanale, come episodi di una serie tv. Qualche giorno fa è stato annunciato che Baz Luhrmann sfrutterà Hulu (e quindi Disney Plus in Italia) per trasformare il suo film del 2008 Australia in una miniserie tv di sei ore intitolata Faraway Down, praticamente una director's cut in formato episodico. L'esatto contrario di Justice League di Zack Snyder, un cinecomix colossale di quattro ore diviso in sei capitoli più un epilogo che HBO Max, che lo ha distribuito negli USA, offriva la possibilità di suddividere in episodi, quella possibilità che gli utenti di Netflix, come forse ricorderete, avevano chiesto anche a Martin Scorsese e al suo The Irishman.

Per non parlare della Marvel stessa, che dal 2021 da grande serie tv per il cinema ha iniziato ad utilizzare gli stessi mezzi produttivi per vere e proprio serie tv per lo streaming, serie tv che però adesso hanno budget e ambizioni identiche, se non superiori, ai film cui si connettono. Perfino la saga di Star Wars, franchise 'padre fondatore' dell'evento cinematografico in sala, adesso è passato al piccolo schermo cavalcando l'onda delle possibilità offerte dalla fluidità dello streaming, più o meno nello stesso periodo in cui "La lunga notte", uno degli episodi più spettacolari e costosi di Game of Thrones, veniva proiettato nei cinema e salutato come un vero e proprio evento. Mentre ancora ci si domanda se Too old to die young di Nicolas Winding Refn, uno dei più caldi autori da festival cinematografico dello scorso decennio, sia più una serie tv o più un film.

In che direzione stanno andando i due medium, e proseguiranno a contaminarsi ancora di più? Sarà possibile, un domani, distinguere il cinema dalle serie tv e il film dallo streaming? Ditecelo nella sezione dei commenti!