Steven Spielberg vuole tagliare Netflix fuori dagli Oscar 2020

Steven Spielberg vuole tagliare Netflix fuori dagli Oscar 2020
di

Steven Spielberg, uno dei maggiori fautori della vittoria di Green Book agli Oscar 2019, non ha alcuna intenzione di adagiarsi sugli allori: secondo nuove voci interne all'Academy, infatti, il regista vuole impedire a tutti i costi che Netflix assuma maggior potere all'interno della MPAA.

Lo scopo del regista de Lo Squalo sarebbe quello di garantire che agli Oscar 2020 non si ripresenti un nuovo "caso Roma", ovvero quello di un film Netflix arrivato ad un passo dalla statuetta al Miglior Film grazie alle somme ingenti spese in campagna promozionale: il problema principale per Spielberg, e tutti quelli che la pensano come lui, è che la compagnia di streaming on demand, new entry della Motion Pictures Association of America, non ha giocato secondo le stesse regole dei suoi concorrenti.

Secondo Spielberg, attualmente Netflix dovrebbe competere esclusivamente per i premi Emmy, gli "Oscar della televisione"; come governatore dell'Academy e rappresentante della Gilda dei registi, l'autore di Salvate Il Soldato Ryan vuole che le regole per l'ammissione agli Oscar 2020 cambino immediatamente, già nelle prossime settimane, così da mettere Netflix alle strette.

"Steven è fortemente interessato a rimarcare la differenza tra lo streaming e l'esperienza della sala cinematografica", ha detto un portavoce della Amblin. "Sarà molto felice se gli altri si uniranno alla sua campagna quando si presenterà alla riunione del Board of Governors dell'Academy. Vedremo cosa succederà, allora. Le discussioni sulle regole dei premi sono in corso con le varie gilde. E la commissione probabilmente discuterà l'argomento già nella riunione di aprile."

Tuttavia, quando si tratta di determinare esattamente quali regole Netflix può aver ignorato, o quelle che dovrebbero essere cambiate, la questione diventa piuttosto complessa. Questi sono i punti che Spielberg e i suoi affiliati contestano al gigante dello streaming:

  • Netflix ha speso troppo. Uno stratega degli Oscar ha stimato una campagna pubblicitaria di $50 milioni per Roma, con quella di Green Book ferma a $5 milioni.
  • La pubblicità per Roma ha oscurato gli altri film in lingua straniera. Il co-presidente della Sony Pictures Classics, Michael Barker, ha detto di non avere avuto alcuna opzione finanziaria se non quella di distribuire i nominati all'Oscar per il film straniero Never Look Away e Cafarnao dopo le vacanze natalizie, il che ha significato che quei film sono stati visti da un minor numero di membri dell'Academy.
  • Roma è stata un'esclusiva dei cinema per sole tre settimane.
  • Netflix non rende pubblici i dati del box office.
  • Netflix non rispetta la finestra di distribuzione in sala di 90 giorni.
  • I film di Netflix sono disponibili in 190 paesi, ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette.

Queste voci rappresentano le principali lamentele dell'Academy, anche se non è chiaro in che modo Netflix stia aggirando gli standard degli Oscar.

I numeri del botteghino non hanno alcun impatto sulla qualifica o meno di un film agli Academy Awards, così come ogni anno accade che un film rientri nell'elenco dei nominati anche grazie ad una sola settimana di distribuzione. La direttiva con cui Netflix ha distribuito Roma nei cinema, poi, non includeva un limite di tempo, con gli esercenti che avrebbero potuto mantenere il film in cartellone a propria discrezione (alcuni cinema hanno continuato a proiettare il film di Cuaron per ben 13 settimane).

"Molti sono dell'idea che, ora che Netflix fa parte della MPAA, debba comportarsi come tutti gli altri studi, che debba seguire una sorta di standard riservato agli altri", ha detto un governatore dell'Academy. "Le regole sono state messe in atto quando nessuno poteva concepire questo presente o questo futuro. Abbiamo bisogno di fare chiarezza."

Come pensate che si evolverà la situazione? Come al solito, diteci la vostra nella sezione dei commenti.