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Recensione Cinema
Dredd - Il giudice dell'apocalisse Recensione: un cinecomic ispirato
7.5

Ivan Marra
Diciamolo apertamente: per buona parte della storia (fino, almeno, all'incontro con Barbalbero) Merry e Pipino non si dimostrano esattamente i membri più affidabili della Compagnia dell'Anello: i due hobbit pensano perlopiù a bere e mangiare, mettendo talvolta a rischio l'incolumità degli altri. Ma perché, allora, fanno parte della Compagnia?
La trilogia cinematografica de Il Signore degli Anelli è abbastanza sbrigativa al riguardo, mostrandoci i nostri due amici fare letteralmente irruzione durante il Consiglio di Elrond, riuscendo ad ottenere immediatamente l'ammissione nella Compagnia con l'approvazione di un Gandalf più rassegnato che convinto.
Nel libro di Tolkien le cose vanno in maniera leggermente diversa: durante il Consiglio viene infatti deciso che la Compagnia debba esser composta da 9 membri, con i due hobbit che si fanno avanti (sempre non invitati, naturalmente) quando Elrond e soci si trovano in difficoltà nel trovare gli ultimi due membri della spedizione.
Alla decisa opposizione di Elrond, però, si oppone un Gandalf a cui l'idea, tutto sommato, pare non sembrare malvagia: lo stregone si dice infatti convinto che nessun guerriero o grande saggio potrà cambiare le sorti della missione quando si tratterà di avere a che fare direttamente con le forze di Mordor, ragion per cui fare affidamento sul forte legame tra gli hobbit potrebbe rivelarsi la scelta più azzeccata.
Chi siamo noi, d'altronde, per dissentire con Gandalf? Merry e Pipino, in fondo, hanno pur saputo dimostrare di meritare fiducia, non trovate? Diteci la vostra nei commenti! Vediamo, intanto, perché Gimli non era a conoscenza del destino dei nani di Moria.
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