Sharon Tate: chi era l'attrice uccisa da Manson e moglie di Roman Polanski

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Il nome di Sharon Tate è tornato alla ribalta nelle scorse ore dopo che i tg e i network internazionali hanno diffuso la notizia della morte del mandante del suo omicidio, Charles Manson, il quale dal 1971 si trovava incarcerato, in quanto condannato nel '72 alla pena di morte commutata poi in ergastolo. Sharon Tate era la moglie di Roman Polanski.

Sharon Tate viene spesso ricordata per la sua tragica fine e per essere all'epoca la moglie di uno dei registi più importanti di Hollywood ma molti dimenticano che la stessa Tate era una delle interpreti in maggior ascesa del cinema internazionale.

Sharon Tate visse un'infanzia e un'adolescenza girovaga a causa del lavoro del padre, colonnello dell'US Army. Si stabilì con la famiglia anche in Italia, a Verona, dove iniziò ad instaurare le prime amicizie durature e dove iniziò ad avere i primi contatti con il mondo del cinema. Partecipò infatti come comparsa, nel 1961, al film Le avventure di un giovane, con protagonista Paul Newman. Uno degli attori del cast, Richard Beymer (noto in futuro per il ruolo di Benjamin Horne in Twin Peaks), si accorse della bellezza e del fascino della ragazza e la incoraggiò ad intraprendere la carriera cinematografica. In futuro Jack Palance la notò sul set del film Barabba e le procurò un provino (con esiti negativi) a Roma.

Tornata negli Stati Uniti con la famiglia, Sharon Tate si stabilì a Los Angeles e iniziò, grazie all'aiuto dell'agente di Beymer, ad accumulare qualche piccole esperienza in tv, fino al primo ruolo cinematografico importante, nella pellicola Cerimonia per un delitto con David Niven e Deborah Kerr. Conobbe in seguito Roman Polanski che la volle come protagonista femminile di Per favore, non mordermi sul collo!, facendole indossare una parrucca rossa e preferendola a Jill St. John.

Con Polanski iniziò una relazione che sfociò nel matrimonio e nella prima parte di vita a Belgravia, quartiere benestante di Westminster. La quotidianità libertina di Roman Polanski e l'attenzione della stampa fecero sì che i coniugi tornassero in seguito a vivere a L.A., in quella villa che diventerà poi teatro del massacro della Manson's Family. L'ultima sua interpretazione, come un ideale cerchio di chiusura, ebbe luogo proprio in Italia: in Una su 13, diretto da Nicolas Gessner e Luciano Lucignani, Sharon Tate fece la sua ultima apparizione sul grande schermo, al fianco di mostri sacri come Vittorio Gassman, Orson Welles e Vittorio De Sica. Al contrario del suo personaggio nel film, se ne andò per l'ultima volta dal Belpaese, passando per Londra, dove posò con il marito per un servizio fotografico, e facendo ritorno in California, andando incontro a quel tragico destino.
"Tutta la mia vita è stata decisa dal destino. Penso che qualcosa di più potente di noi decida i nostri destini per noi. So una cosa, non ho mai pianificato niente di ciò che mi è successo."