Secondo Eli Roth l'horror è come il punk: 'Deve far inca**are i genitori'

Secondo Eli Roth l'horror è come il punk: 'Deve far inca**are i genitori'
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Thanksgiving ha finalmente debuttato nelle sale, riportando Eli Roth sul suo terreno di caccia preferito e dimostrando ancora una volta l’enorme rilevanza del genere nella cinematografia moderna. In un’intervista per la promozione del suo film, il regista ha spiegato cosa significhi per lui l’horror e per quale motivo ne sia tanto affascinato.

Dopo aver ricordato la lezione che Eli Roth imparò da Quentin Tarantino, torniamo a parlare del regista di Cabin Fever per riportare le sue parole a proposito della sua grande passione per il cinema horror, a cui si è dedicato da sempre e a cui, per tutta la durata della sua carriera, è rimasto in qualche modo fedele.

In un’intervista con Independent, il filmmaker ha chiarito come, secondo il suo punto di vista, non si possa ascrivere al genere horror la violenza reale che accade nel mondo: “Tutti sanno che si tratta di un film e che, come regista, si fa un film per i fan. Il mondo sarà il mondo. Le cose accadranno”.

Quindi ha specificato cosa significhi per lui l’horror e come debba servire da valvola di sfogo e di ribellione: “C’è qualcosa di trasgressivo e punk rock nei film horror. Si vedono cose che non si dovrebbero vedere. Deve esserci quel pizzico di pericolo. Deve far inca**are un po’ i genitori. Deve avere quel certo fattore di shock”.

In ultima analisi, l’autore ha spiegato come, con l’esperienza, abbia imparato ad uscire dal personaggio: “Non devo dimostrare al mondo che sono così. Non devo essere odioso nelle interviste come pensavo di dover essere 20 anni fa, solo per attirare l’attenzione”.


Dichiarazioni d’amore e di maturità da parte di un regista ormai nel pieno di una carriera fatta di alti e bassi e di tantissime critiche dovute al suo stile oltraggioso. A tal proposito vi lasciamo con il ricordo di Eli Roth delle parole di un parlamentare inglese riguardo Hostel II.