Sean Penn difende la mascolinità: "Per rispettare le donne, non dobbiamo diventare loro"

Sean Penn difende la mascolinità: 'Per rispettare le donne, non dobbiamo diventare loro'
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Attualmente impegnato nella promozione del suo Flag Day, l'attore Sean Penn non ci è mai andato leggero con i suoi statements. Ma da che veniva generalmente considerato come un progressista e un democratico, oggi si è schierato contro l'estrema femminilizzazione degli uomini con una dichiarazione molto discutibile.

Di motivi di biasimo da ogni colore politico, Sean Penn ne ha offerti a iosa negli ultimi anni. Il caso più noto che lo vide coinvolto fu l’incontro organizzato in gran segreto da Penn con il super narcotrafficante El Chapo, alias Joaquín Guzmán, così da ottenere un intervista con l’obiettivo, in un secondo momento, di girare un film sul narco. L’uomo era all’epoca latinante, fuggito di prigione attraverso un tunnel e le informazioni di Penn avrebbero potuto aiutare alla ricattura, poi avvenuta e che ha portato alla definitiva condanna all’ergastolo.

Solo uno, il primo che abbiamo voluto citare come esempio più emblematico della spigolosità di Penn, sia nelle azioni che nelle dichiarazioni. Tuttavia, l’attore è sempre stato, almeno a giudicare dai suoi statements, un convinto progressista, sostenitore delle battaglie dei democratici dal matrimonio civile all’assistenza dei paesi terzomondisti. Fervido oppositore dell’Amministrazione Trump e dell’ondata di complottismo No Vax, Penn rilasciò una dichiarazione all’epoca del passaggio di chiavi con Biden: “Trump è un uomo che tutti ammetterebbero di essere colpevole di omicidio colposo su larga scala. Siamo stati – non solo come Paese, ma come mondo – delusi e apertamente trascurati, disinformati. Abbiamo avuto la verità e la ragione aggrediti sotto quella che è stata sotto ogni aspetto un’amministrazione oscena. Quando io e la mia squadra tornavamo a casa dai siti di test e vaccinazioni di notte, sembrava che qualcuno con una mitragliatrice sparasse alle comunità che erano più vulnerabili da una torretta alla Casa Bianca“.

Non ultimo, l’attore è sempre rimasto un attivo sostenitore della comunità LGBTQ+ e dei diritti delle coppie gay, interpretando anche il ruolo di Harvey Milk nell’omonimo biopic del 2008 di Gus Van Sant (trovate qui la nostra recensione di Milk): i panni dell’attivista gay prematuramente assassinato gli valsero uno dei due Oscar a Miglior Attore. Oggi invece, durante un’intervista con l’Indipendent, Penn ha voluto esprimere la sua discutibile posizione sul tema della mascolinità tossica: “Sono nel club che crede che gli uomini nella cultura americana siano diventati selvaggiamente femminilizzati. Non penso che per essere giusti con le donne, dovremmo diventare come loro. Ho delle donne molto forti nella mia vita che non considerano la mascolinità un segno di oppressione nei loro confronti. Ci sono molti, credo, geni codardi che portano le persone ad abbandonare i jeans e a mettersi una gonna”.

Durante l’intervista, la figlia e co-star Dylan Penn avrebbe tenuto la testa bassa, visibilmente imbarazzata dalle dichiarazioni del padre. Anni fa, Penn aveva definito quello del MeeToo un movimento teso a dividere uomini e donne e a mettere gli uni contro le altre. Oggi, a rispondergli, è intervenuta a mezzo social l'attivista Charlotte Clymer: “Mi dispiace per Sean Penn. Ha vinto un Oscar per aver interpretato uno dei leader queer più iconici della storia americana. Eppure, anche la preparazione che ha fatto per quel ruolo non è riuscita a liberarlo dalla prigione della sua stessa insicurezza di genere. Essere Sean Penn è di per sé una punizione”. Voi cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!