Sam Raimi spiega una volta per tutte come funziona la libertà creativa nei Marvel Studios

Sam Raimi spiega una volta per tutte come funziona la libertà creativa nei Marvel Studios
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La libertà creativa esiste nelle produzioni Marvel Studios? E' un argomento su cui pubblico e studiosi sono divisi da anni e sul quale, in occasione di un'intervista promozionale per Doctor Strange nel Multiverso della Follia, il grande regista Sam Raimi ha provato a fare chiarezza.

Considerato un autore cult fin dagli anni '80, Raimi è decisamente un regista dal tocco personale e dalla firma immediatamente riconoscibile. I detrattori dei Marvel Studios spesso accusano le produzioni di Kevin Feige di 'soffocare' la libertà creativa dei propri registi imponendo le storie e gli archi narrativi dei personaggi per mantenere il controllo sulla trama del Marvel Cinematic Universe, ma che cosa ne pensa Raimi? Il regista, che in queste ore ha anche svelato perché ha deciso di tornare ai cinecomix con Doctor Strange, ha provato a spiegarlo raccontando la sua esperienza:

"Bene, a questo proposito, lasciatemi dire una cosa, anche a costo di risultare falso e accomodante. Per questo film la Marvel mi ha concesso la completa libertà creativa. Tuttavia c'è un percorso da seguire, una traccia che tiene conto degli eventi dei film precedenti e delle idee in sviluppo per i progetti futuri. All'interno di questi parametri specifici ho avuto la totale libertà, a patto di riuscire a raccontare la storia di questi personaggi in un modo che si legasse contemporaneamente a tutto il resto. Ad esempio, dovevamo assicurarci che Doctor Strange non sapesse troppe cose sul Multiverso, la sua conoscenza di questo aspetto della realtà doveva essere quella maturata durante gli eventi di No Way Home."

Curiosamente ai tempi della trilogia originale di Spider-Man Kevin Feige lavorava per Sam Raimi: il futuro presidente dei Marvel Studios infatti all'epoca era un collaboratore del produttore Avi Arad, il capo della Marvel Entertainment (che allora si chiamava Marvel Enterprises), e ricordando questo aspetto Sam Raimi ha dichiarato: "Kevin allora era un giovane che si dava da fare, lavorava a stretto contatto con Avi Arad, era sempre lì sul set a fare cose dietro le quinte. Grazie al cielo sono stato gentile con quel ragazzino, perché oggi è il mio capo!"

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