Rian Johnson parla dell'impatto della morte di Carrie Fisher ne Gli Ultimi Jedi

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Come saprete l’attrice statunitense Carrie Fisher è venuta a mancare nel dicembre 2016 durante un volo di ritorno a Los Angeles. Il regista di Star Wars: Gli Ultimi Jedi ripercorre quei fatidici momenti e le conversazioni tenute con la Lucasfilm sull’eventuale proposta di modificare la trama del film uscito nelle sale ben dodici mesi dopo.

Lo sceneggiatore e film-maker dell’ottavo episodio del popolare franchise intergalattico è recentemente intervenuto durante un podcast su uno dei temi più dibattuti nello scorso anno, ossia se e in quali termini l’improvvisa morte dell’interprete di Leia Organa avrebbe influito nell’economia della storia:

È diventato molto più complicato rivedere le scene che la riguardano. Ovviamente la sequenza di addio con Luke ha assunto tutto a un tratto un senso ancora più profondo rispetto a quanto non lo avesse già prima. Una volta tornati in sala di montaggio dopo la pausa delle festività ho tenuto una conversazione con la Lucasfilm e la domanda in breve che ci si è posti è stata: ‘Proviamo a fare qualcosa? Cerchiamo di costruire un finale per il suo personaggio o qualcosa di simile?’. Alla fine ci siamo fatti forza e abbiamo deciso senza troppi indugi di lasciare in vita la sua performance così com’era”.

Al termine si è dilungato nella conversazione ribadendo l’importanza che Carrie Fisher ha apportato nel suo messaggio di speranza di cui è impregnata l’intera pellicola:

In particolar modo adesso voglio che il film si chiuda con quelle parole portatrici di speranza, desidero che il mondo riceva questa sua interpretazione”.

Ci piace ricordarla, in tal senso, citando un riferimento che a conti fatti rappresenta il fil rouge di Star Wars: Gli Ultimi Jedi:

La speranza è come il sole. Se ci credi solo quando la potrai vedere non supererai la notte”.