Quentin Tarantino e Martin Scorsese si intervistano a vicenda per la DGA

Quentin Tarantino e Martin Scorsese si intervistano a vicenda per la DGA
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Probabilmente li rivedremo uno contro l'altro per la prima volta agli Oscar 2020 grazie alle loro nuove fatiche C'Era Una Volta a Hollywood e The Irishman, ma nel frattempo Quentin Tarantino e Martin Scorsese si sono già incontrati grazie a DGA Quarterly.

Nel corso della lunga chiacchierata i due leggendari autori, spassionati cinefili che potremmo quasi considerare padre e figlio a livello tematico, hanno toccato svariati argomenti, come le proprie ossessioni cinematografiche, gli altri registi che ammirano e la violenza come catarsi.

Tarantino ha svelato di possedere un cinema nel quale proietta in continuazione retrospettive su Martin Scorsese.

  • MS: "Credo che i cinema di retrospettiva non esistano più ormai."
  • QT: "In realtà possiedo un cinema a Los Angeles, si chiama New Beverly, e proiettiamo sempre i tuoi vecchi film. Vanno alla grande."
  • MS: "Oh, grazie mille!"
  • QT: "Proiettiamo solo copie in 35mm o 70mm, e abbiamo anche una collezione di vecchi trailer."

Entrambi si agitano durante i giorni di riprese complicate.

  • QT: "È come se in quelle occasioni dovessi mettere alla prova il mio talento, le mie capacità. Riuscirò a dare il mio massimo? Sono bravo abbastanza per riuscire a completare questa scena? Nei giorni immediatamente precedenti a quelle sequenze, mi accorgo di essere sempre più ansioso, perché voglio che le scene siano perfette e mi sento come se fossi ai piedi di una montagna insormontabile, che però voglio scalare."
  • MS: “Si, ansia, brutti sogni. Arrivi la mattina e litighi con tutti, ti lamenti. E un secondo dopo chiami il ciak."
  • QT: “Quelle mattine mi rendo conto di essere insopportabile.
  • MS: “Io esco dalla roulotte e sono gentile con tutti. Ma dentro la roulotte con il mio assistente alla regia e il mio produttore non faccio che piagnucolare. Mi lamento del traffico, o di qualcosa che non va con i miei denti o qualsiasi altra cosa."

Cosa aspettarsi da The Irishman.

  • MS: “Non sapevo se sarebbe andato in sala o direttamente su Netflix, quindi mi sono chiesto: 'E se fosse solo un film? Se potesse essere lungo quanto voglio? E poi, vista la natura dei personaggi, si parla di un protagonista di 81 anni che racconta la sua storia in flashback, e insomma, quando arrivi alla mia età, Quentin, sei un po’ più lento, un po’ più contemplativo e meditativo, non fai che pensare al passato e quindi anche i tuoi personaggi iniziano a pensare al passato e via discorrendo. L’ho capito in fase di montaggio già alla terza inquadratura del film. E mi sono detto: 'Vediamo dove ci porta e mostriamolo al pubblico per vedere come reagiscono'. Anche tutta quella CGI ci ha dato modo di andare più lentamente, di essere più quieti. C’è sempre della violenza, c’è sempre dell’umorismo. Ma in modi diversi. È la solita vecchia storia: più film fai più hai impari qualcosa”.

Scorsese spesso e volentieri gira delle scene "a caso", senza sapere cosa ci farà.

  • MS: “Ogni film è una lotta. Ricordo che feci quattro giorni di riprese aggiuntive per The Departed, perché lo stavamo modificando parecchio nella parte centrale, mentre giravamo lo sceneggiatore Bill Monahan riscriveva praticamente ogni scena. Divenne un meccanismo piuttosto complesso, e la segretaria di edizione mi disse: 'Questa scena dove la vuoi posizione all'interno del film?'. Io risposi: E io: "Buttalì lì insieme al resto, al centro del film, poi vediamo cosa farci'. Era come se io e la mia montatrice Thelma Schoonmaker stessimo gestendo sei cavalli contemporaneamente. Alla fine abbiamo messo tutto il materiale insieme e abbiamo detto okay, questo ci serve, questo no, questo si, eccetera."

Scorsese e Tarantino hanno dei modelli che vogliono imitare, ma che non riescono ad eguagliare.

  • MS: "C'è una cosa che ho provato a catturare in tanti dei miei film, una cosa che però non riesco mai a fare come vorrei ma che continuo a fare anche oggi, solo per divertimento: si tratta dell'inquadratura di Marnie, quando sta per sparare al cavallo. È solo un dettaglio. Si vede la sua mano impugnare la pistola e la camera dietro le spalle mentre corre. La camera si muove con lei e il terreno va in una direzione, è una cosa che ho cercato di copiare praticamente in ogni mio film. Alla fine sembra sempre come se abbia messo un attore su un dolly. La camera si solleva. Non riesco mai a farla bene perché l’ha fatta Hitchcock. Ma mi diverte molto a provarci, ancora oggi".
  • QT: "Mi è capitata una cosa simile nei miei ultimi tre film. In C'Era Una Volta a Hollywood finalmente sono riuscito a farcela. E pensa che non è nemmeno qualcosa che viene da un film, ma una cosa che vidi nel trailer di Pat Garrett & Billy The Kid. Per come hanno montato il trailer si vede Kris Kristofferson che si rotola a 24 fps, fa una capriole e poi spara, e James Coburn che anche lui va a 24 fps mentre fa questi salti mortali e spara e alla fine stacco sulla folla che si prende i colpi in slow motion. E poi stacca di nuovo su Kristofferson a 24 fps, bam, bam, bam. E alla fine lui cade a terra a 120 fps. Ho provato quella giustapposizione nella stessa identica maniera. Ho provato in Django e non ci sono riuscito. Ho provato in The Hateful Eight durante la sparatoria e ha funzionato in un certo senso, ma non come volevo io. quella maniera. Ma in Hollywood, quando Brad Pitt spacca il culo al tipo di Manson al ranch, finalmente ce l'ho fatta. I suoi pugni sono a 24 fps, l’impatto del tizio nella polvere invece è 120 fps."
  • MS: "Fantastico. Sì la polvere, hai ragione, si vede. È fantastico. Adoro la polvere. Come quando al ragazzino messicano in C’Era Una Volta Il West viene rivelato che suo fratello è stato impiccato."
  • QT: "Oh sì."
  • MS: "Quando lo inquadrano con la polvere. Ci ho provato."
  • QT: "E' impossibile farlo."
  • MS: "Ci ho anche provato ne L’Ultima Tentazione Di Cristo, ma non ha funzionato. Quando Gesù inizia a resuscitare Lazzaro. Ma non funzionava. Eravamo in Marocco, e c'era Harvey Keitel con me. Proprio non riuscivamo a farlo. Forse per la polvere. Non so ho mai capito quale fosse il problema."
  • QT: "Scommetto che era polvere dura. Ti serve la polvere spagnola. Ti serve la polvere dell’Almeria."

Le Iene ha rischiato di non uscire nei cinema.

  • QT: "Quando feci Le Iene fu per la Live Entertainment, che era il braccio dedicato alla produzione home-video della Carolco all’epoca”.
  • MS: "Oddio sì, è vero."
  • QT: "Quindi non ero sicuro al cento per cento che sarebbe stato distribuito nei cinema. Lo avrebbero pubblicato solo se fosse stato un film molto bello. Ero pronto a lasciar perdere ma Ronna Wallace, che era il capo della compagnia, disse: 'Questi ragazzi hanno lavorato duro per il Sundance, non chiudiamo niente. Manda una copia a New York, voglio vederlo' Così mando una copia a New York e lei entra nella sala di proiezione con Abel Ferrara. Io non c’ero, me l’hanno raccontato. Insomma guardano il film e quando finisce Ferrara fa: 'Ronna, è fantastico. Finisci questo film e distribuiscilo'. E poi se ne va dalla stanza!"
  • MS: "Dio lo benedica".

Anche Taxi Driver fu a rischio.

  • MS: "I produttori, Michael e Julia Phillips, avevano appena vinto un Oscar con La Stangata, dovettero fare molte pressioni alla Columbia, perché lo studio non voleva farlo. Ce lo facevano capire ogni volta che ci incontravamo."
  • QT: "Oh davvero?"
  • MS: "Ogni singolo giorno. E poi quando glielo mostrai andarono su tutte le furie, il film si beccò perfino un rated X [un divieto ai minori generalmente riservato solo ai porno, ndr] Quando ne ho l'occasione questa storia sul meeting fra me, Julia e la Columbia la racconto sempre. Loro mi guardano, io entro, pronto a prendere appunti, e loro mi fanno: 'Taglia questo film fino ad un rated R, oppure lo taglieremo noi. E adesso vattene.'"
  • QT: "Oh Gesù!"
  • MS: "In pratica non avevo il minimo potere decisionale. Non c’era niente che potessi fare. Tutto per colpa della sparatoria finale. Non sapevo come presentarlo senza quella scena. Così tagliai due frame e me ne andai. Voglio dire la violenza è catarsi. Lo capii per la prima volta quando vidi Il Mucchio Selvaggio".
  • QT: "Beh è interessante quello che dici, perché la prima volta che vidi Taxi Driver è proprio la catarsi che provai."

A questo punto non possiamo che lasciarvi all'Everycult su Taxi Driver e ad uno speciale sulle migliori scene di C'Era Una Volta a Hollywood.