Quel mostro di Rourke

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A vederlo in passerella a Venezia qualche sensazione di ribrezzo la provocava: volto ammaccato, capelli lunghetti tendenti all'unto ed un sardonico quanto costante sorriso stampato sulle labbra a tal punto da risultare inquietante. Parliamo naturalmente di Mickey Rourke, indimenticabile protagonista di alcuni ottimi cult degli '80 (chi scrive ha il dovere di citare, tra tutti, Angel Heart) e principale interprete del chiacchieratissimo The Wrestler di Aronofsky, pellicola sospesa nel limbo della non-distribuzione prima che il Leone d'Oro del Lido gli attirasse le simpatie della Fox Searchlight. Sentite cosa di lui la regista nostrana Liliana Cavani, ospite ad Alessandria della giornata conclusiva del Festival della Critica: "l'ho scelto per Francesco dopo averlo visto in L'anno del dragone che ha fatto con Michael Cimino. Mi ha stupito e l'ho trovato straordinario. Allora mi sono informata, scoprendo la sua storia di ragazzo newyorkese in trasferta a Miami, dove a 12 anni comincia a lavorare in una palestra diretta da Mohammed Alì. Poi il ritorno a New York, all'Actors Studio, di cui diventa uno dei migliori allievi, tanto da insegnarvi recitazione per sei anni. Questo era un ritratto del tutto diverso da quello che si conosceva ai tempi di 9 settimane e ½".

La Cavani va poi avanti snocciolando una serie impressionante di elogi sull'attore: "un giorno sul set mi chiese come dovesse essere il suo San Francesco. Io gli risposi: proprio così come sei tu, tale e quale. Perché era la persona più semplice, più gentile di questo mondo. Molto differente dall'immagine del divo che viene fuori dai suoi film di successo come 9 settimane e ½. L'ho conosciuto per quello che è, e posso dire è stato il più grande attore che ho utilizzato. È un grandissimo interprete, e come tale può benissimo fare tanto il sex symbol quanto San Francesco".

FONTE: Yahoo 

Quel mostro di Rourke