Recensione Cinema
Imaginary Recensione: l'infanzia non è mai stata così horror
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Con 610 milioni incassati finora in tutto il mondo e un endorsement positivo della stampa internazionale (meno quella americana), il Joker di Todd Phillips si è rivelato uno dei maggiori successi dell'anno, mentre le paure legate alla sua uscita nelle sale si sono radicalmente ridotte e rivelatesi infondate.
In Libano però, nella capitale Beirut, si stanno svolgendo proprio in queste ore delle proteste da parte della popolazione affinché il regime ora al potere sia ritenuto responsabile della profonda crisi economica che ha colpito il paese. Il Libano è uno dei paesi più indebitati al mondo e l'atterrita popolazione sembra ormai averne avuto abbastanza, specie dopo che il governo ha dichiarato recentemente lo stato d'emergenza economica in risposta alla crisi del debito pubblico.
La dichiarazione non è stata sufficiente, comunque, a placare l'animo della gente, che è infatti scesa in piazza in aperto contrasto con la polizia. Cosa c'entra tutto questo con il Joker di Phillips? Ebbene, stando a video e immagini provenienti dai social e postati da giornalisti in loco o inviati speciali, nonché da gente del posto, molti protestanti si stanno dipingendo il volto come l'Arthur Fleck di Joaquin Phoenix nel film, il che eleva la maschera del Joker phoenixiano a simbolo, come poi era preoccupazione di molti. La popolazione del Libano vede qualche punto di contattato tra la loro situazione e quella del protagonista del cinecomic DC, rendendolo emblema della rivolta.
Cosa ne pensate? Fateci sapere nei commenti.
A protester wearing The Joker’s mask in today’s protests in Beirut #لبنان_ينتفض pic.twitter.com/eySDPUyGkg
— 🦇 (@fade__to_black) 18 ottobre 2019
There’s a Joker facepaint station at the protests in Beirut pic.twitter.com/C7BSRyOjS1
— Helen Sullivan (@helenrsullivan) 18 ottobre 2019
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