Prometheus, parla lo sceneggiatore Damon Lindefof

Lo sceneggiatore Damon Lindefof ha recentemente rilasciato al The Kevin Pollak Chat Show delle dichiarazioni sul suo lavoro per Prometheus, il nuovo sci-fi diretto da Ridley Scott e collegato alla saga di Alien. Ha parlato di come ha ottenuto l'incarico, e di come il film si connetta alla saga originale. "E' tutto cominciato come un prequel di Alien. E' quello che tutti volevano che fosse. Ovviamente, Ridley Scott non ha fatto un film di fantascienza per 25 anni, da Blade Runner, così l'idea che ritorni al genere è strepitosa. Ma c'è una vero problema che è, qual'è lo stato del franchise di Alien a questo punto delle nostre vite? C'è stato Alien vs. Predator e tutte queste cose, ed è stato completamente e totalmente diluito. Ho sempre pensato che i veri, buoni prequel devono essere film originali. E i sequel di questi prequel non devono essere film che già esistono, con tutto il rispetto per chiunque faccia un prequel, ma perché dovresti rovinare uno dei più grandi twist della storia del cinema, "Luke, Io sono tuo padre", mostrandomi tre film che rivelano già il colpo di scena. Tu puoi fare film ambientati prima di Star Wars, ma non ho bisogno di vedere la storia del clan Skywalker. Mostrami qualcos'altro. Non c'è suspence se sai già quello che accadrà.

 Perciò un vero prequel dovrebbe seguire sì i fatti del film originali, ma essere allo stesso tempo qualcosa di completamente diverso, con protagonisti diversi e una storia diversa, anche se ambientata nello stesso mondo. Questo è stato il mio fondamentale feeling riguardo a come volevo il film. Ho perciò scritto una storia completamente nuova, ed è così originale che io stesso non so bene cosa succederà. Ma so per certo che questo film è ciò che vorrei vedere se fossi un fanboy, che ha luogo nell'universo di Alien e che precede i fatti del primo Alien, senza esser necessariamente pieno di Facehuggers e Chestbursters...ma è un qualcosa di simile, seppur differente. Questo è il film che Ridley voleva fare. E quando lavori con un autore, tu stai zitto e ascolti e provi a trascrivere la visione di quella persona. Così ho letto la prima bozza dello script. Non era un disastro, vi erano delle buone idee. Ridley aveva lavorato con Michael Ellenberg e Michael Costigan. Gli ho mandato una mail e gli ho detto ciò che pensavo, cosa mi piaceva e cosa si poteva cambiare. Il giorno dopo mi chiamarono e mi chiesero se volevo entrare in Scott Free. Ho avuto un incontro di 90 minuti con Ridley e un esecutivo di Fox, e infine decisero di assumermi. E da quel giorno Sir Ridley Scott, io e Michael Ellenberg abbiamo cominciato a lavorare in una sala conferenze per quattro ore al giorno, tre settimane al mese, per capire esattamente su che binari si voleva incanalare la storia. Ci ho messo due settimane a scriverla, non molto tempo, la parte più lunga è stata quella di consulenza e collaborazione, perchè la cosa davvero importante era comprendere il tono della storia che un genio come Ridley avrebbe voluto.