Il Potere del Cane: Jane Campion rompe il silenzio sulla sconfitta contro CODA agli Oscar

Il Potere del Cane: Jane Campion rompe il silenzio sulla sconfitta contro CODA agli Oscar
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Per quanto non faccia mai piacere stroncare un film pure pregevole e intrattenente, la vittoria di CODA agli Oscar 2022 è diventata uno dei Miglior Film meno meritati degli ultimi anni. Mai la shortlist era stata tanto numerosa e mai così ricca di giganti del cinema. Ora Jane Campion parla della sconfitta de Il Potere del Cane.

È stata davvero dura mandare giù la vittoria di CODA: senza nulla togliere alla pellicola presa singolarmente, ma al confronto di tutte le altre (e soprattutto dei candidati a Miglior Film) non è poi così distante dalla verità definirla quella meno meritevole di vittoria. Qualcuno poi si spinge oltre, accusando quella statuetta (anche a ragione) di essersi trasformata in un’operazione di facile buonismo, più che di reale promozione di una buona etica e di buoni propositi, considerando la quantità di scivoloni contraddizioni – nel suo voler essere (forse) fintamente inclusiva – cui si assiste a ogni Notte degli Oscar. Poi è stata la volta del siparietto fra Will Smith e Chris Rock e da allora ci siamo dimenticati di tutto il resto, nulla era più importante, nemmeno la ragion d’essere degli Oscar: la celebrazione del cinema.

Forse è questione di sensibilità e molti potrebbero non concordare, ma molti altri concorderanno invece che, se anche si vuole utilizzare l’evento per promuovere l’inclusività, non deve essere fatto per forza con il film più dimenticabile. Ce n’era un altro, molto favorito, che avrebbe potuto mettere d’accordo tutti: attivisti e amanti del cinema. Si tratta de Il Potere del Cane di Jane Campion, uscito con una sola, misera eppur meritatissima statuetta a Miglior Regia – a fronte di 12 candidature – da che era il più favorito in molte sezioni. La regista non ha avuto parole negative sulla vittoria di CODA: “Con l'Academy sembrava che Coda avesse davvero catturato il cuore delle persone. Era un film più facile da capire e se è andata così sono felice per loro".

Il ragionamento della Campion, piuttosto, sta nel rapporto che i grandi cineasti potrebbero avere con Netflix d’ora in poi, soprattutto alla luce del cambio di abbonati: “Il film non sarebbe stato realizzato senza di loro perché l'abbiamo portato sul mercato e c'erano diverse persone interessate. Ma avevamo preventivato il costo e le uniche persone che erano disposte ad avvicinarsi erano Netflix. Per quanto riguarda me, non credo che sarebbe difficile se volessi fare qualcos’altro in futuro perché ho stabilito una relazione e loro sono incredibilmente leali". Ma per quanto riguarda chi si voglia fare spazio, il discorso potrebbe essere diverso.

Dopo un anno passato a produrre, a ben guardare, alcuni dei migliori titoli dell’anno, sicuramente alcuni dei più autoriali – Il Potere del Cane, È stata la mano di Dio, Don’t Look UpNetflix è tornata a casa con poche o nessuna statuetta, nonostante quei titoli le avessero permesso di presentarsi come una delle case di produzione più candidate in assoluto. Il rischio, sostiene la Campion, è che questa sconfitta bruciante li porti a concentrarsi solo su ciò che sanno fare meglio, cioè su titoli più spendibili al grande pubblico, soprattutto in un momento di crisi nera come quella che stanno vivendo.