Un Ponte per Terabithia e quel trauma che ha segnato una generazione

Un Ponte per Terabithia e quel trauma che ha segnato una generazione
di

Nel 2007 il fantasy per ragazzi stava attraversando una fase piuttosto florida: al cinema i film di Harry Potter erano inarrestabili e anche l'esordio della saga di Narnia portò a casa dei buoni risultati. All'uscita di Un Ponte per Terabithia, dunque, in molti si aspettavano un film che seguisse lo stesso filone degli altri.

Inutile dire che il film che si parò davanti agli spettatori fu di ben altra natura: come chi all'epoca aveva letto il libro di Katherine Paterson sapeva, il fantasy in Un Ponte per Terabithia si limita infatti all'immaginazione dei due giovani protagonisti, laddove invece il fulcro della storia è un mix di turbe adolescenziali, bullismo, isolamento, amicizia, amore e morte.

Già, morte: sono in tanti, ancora oggi, a ricordare come un vero e proprio trauma la morte di Leslie buttata lì quasi a tradimento, come una coltellata in petto allo spettatore ignaro che pensava di doversi aspettare soltanto creature magiche, battaglie epiche e magia. Un evento che colpì come un pugno in faccia i tanti (più o meno) trentenni di oggi, allora poco più che bambini.

Un film che difficilmente chi ha visto all'epoca dimenticherà, e che probabilmente meriterebbe di esser recuperato da tutti gli altri, sommerso com'è stato dai fantasy veri che in quegli anni la facevano inevitabilmente da padrone. Qui, nel caso vogliate approfondire, trovate la nostra recensione di Un Ponte per Terabithia.