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Recensione Cinema
Civil War Recensione: un film brutale, magnifico e scomodo
8.5
Ivan Marra
L'ispirazione, si sa, è una materia misteriosa: arriva quando meno te l'aspetti e da elementi assolutamente insospettabili, dando il là al concepimento di idee altrimenti destinate al silenzio. Per informazioni chiedere a Travis Beacham, che per il suo Pacific Rim deve ringraziare un fenomeno naturale assolutamente innocuo e del tutto casuale.
Lo sceneggiatore di Pacific Rim, che successivamente avrebbe scritto anche la graphic novel Pacific Rim: Tales from Year Zero (prologo al film girato da Guillermo Del Toro), raccontò infatti di essersi letteralmente illuminato durante una passeggiata mattutina sulla costa californiana, ammirando l'oceano ammantato di nebbia.
I fitti banchi di nebbia che quel giorno avvolgevano la costa oceanica, infatti, diedero a Beacham l'impressione che le strutture del molo fossero degli enormi mostri dalle forme più disparate pronti ad emergere dall'oceano e a darsi battaglia. L'elemento principale, a quel punto, era praticamente lì davanti a lui: da quel momento in poi non ci fu altro da fare che, come Michelangelo davanti a un blocco di marmo, liberare la storia che già aveva preso forma all'interno di quel muro di nebbia.
Un'ispirazione fulminea che ha dato frutti decisamente validi, non trovate? Genesi dell'opera a parte, scopriamo insieme perché il nome di un protagonista del film fu censurato nel trailer ungherese di Pacific Rim.
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