Ormai siamo tutti Connected
Negli ultimi anni, specialmente con l’esplosione dei social network e degli smartphone, molti di noi sono sempre costantemente connessi alla rete, anche a livello fisico tenendo sempre in mano, o in tasca, il proprio dispositivo preferito che con due clic, o un tap, vi permette di connettervi con milioni di persone vicine e lontane in tutto il mondo. Questo ci fa sentire estremamente liberi e potenti. Ma siamo sicuri che tutto ciò è un bene per noi? Siamo sicuri che avere tutto a portata di clic sia utile e sano soprattutto? In verità non potremmo sentirci vincolati se non addirittura schiavi di una dipendenza da “sapere immediato” ? Se tutto ciò finisse di colpo come ci comporteremo? Sia chiaro, non voglio fare allarmismi o ipotesi catastrofistiche, anche perché chi vi scrive ha ormai la tastiera qwerty impressa nei polpastrelli, ma è una domanda che dobbiamo porci. Sono domande che si pone anche Connected: an Autoblogography about Love, Death and Technology, un’interessante documentario presentato al Sundance Film Festival 2011, diretto da Tiffany Shlain, fondatrice del Webby Awards e “one of the women shaping the 21st century” (Donna da imitare del secolo) per il Newsweek. Eccovi il trailer.
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