Monopoli. Ecco la trama del film di Ridley Scott.

Ad Hollywood i produttori sono famosi per l'elevato spirito gregario.
Appena qualche accorto regista o produttore scopre un filone che si rivela poi essere un successo, ecco che come dei fiorellini in un prato a primavera, arrivano altri film o progetti più o meno certi legati alla nuova moda.

Attualmente, i toy movie vanno per la maggiore.
Fra i progetti più deliranti che circolano ad L.A., quello insinuatosi negli uffici di Universal merita un posto d'onore nel podio delle pellicole più dementi che si possano immaginare.
C'è davvero la necessità di un film tratto dall'amatissimo gioco da tavola del Monopoli? E soprattutto, c'è davvero bisogno che a dirigere il tutto sia l'uomo che ci ha donato Blade Runner, I Duellanti, Alien e Il Gladiatore, ovvero Sir Ridley Scott?

Evidentemente qualcuno ha pensato di si, dato che lo script di Frank Beddor (produttore di Tutti Pazzi per Mary) pare essere stato preso in seria consideazione.

La trama è più o meno quella di un adorabile sfigato che lavora nel campo immobiliare. lavoro dove rende assai meno che nel gioco del Monopoli. Il suo desiderio è quello di battere il record del mondo per la più lunga sessione di partire a Monopoli, pari a 70 giorni. I suoi amici, ovviamente, pensano che sia del tutto fuori di melone. Dopo una piccola collutazione con i suoi amici, durante la quale tiene in mano una carta delle probabilità, cade in un profondo sonno, non prima di aver formulato il pensiero "diamine! avrei voluto utilizzare quella carta!". Il giorno dopo si risveglia, frastornato, tenendo ancora la carta in mano. Esce di casa per andare a prendere un caffé, ma, arrivato alla cassa, scopre di avere in tasca solo le banconote del Monopoli. La cassiera lo guarda e gli fa "e' tutto Ok!" accettando il pagamento con le banconote del gioco.

Ridley Scott si sarebbe interessato alla cosa, dopo aver parlato con Beddor, affermando che "tutto ciò gli ricordava le feroci battaglie a Monopoli che faceva in famiglia quando era ragazzino".

Ci limitiamo a fare un appello ai produttori hollywoodiani: ridateci Robim Williams e il suo Jumanji.

(Fonte: L.A. Times )