Miss Peregrine, ecco in che modo la fotografia omaggia Il Mago di Oz

Miss Peregrine, ecco in che modo la fotografia omaggia Il Mago di Oz
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Tim Burton, a detta della maggior parte dei suoi fan e della critica cinematografica, ha perso da tempo il tocco magico che rendeva indimenticabili film come Edward Mani di Forbice, Big Fish o Beetlejuice: il nostro, però, sa ancora bene cosa significa curare i dettagli, come dimostra Miss Peregrine - La Casa dei Bambini Speciali.

Come ben ricorderanno tutti gli spettatori del film, la storia di Jake Portman, Miss Peregrine e la sua banda di ragazzini si basa su un concetto fondamentale, ovvero quello di anello temporale: non stiamo qui ad avventurarci in analisi tecniche che spettano ad altre sedi, ma vi basti sapere che un anello altro non è che una sorta di bolla in cui un lasso di tempo si ripete all'infinito.

I nostri si trovano ovviamente più di una volta ad entrare e uscire dai suddetti anelli, atto che nel film di Burton corrisponde sempre ad un netto variare della fotografia: mentre le scene ambientate all'interno degli anelli presentano una varietà di colori piuttosto naturale, infatti, durante quelle ambientate al di fuori degli anelli è impossibile non notare una presenza massiccia di toni blu.

La scelta di Burton, oltre a renderci più facile il distinguere interno ed esterno del loop, serve anche ad omaggiare un film per cui non dubitiamo che il regista nutra un immenso amore, vale a dire Il Mago di Oz: nella celebre opera di Victor Fleming, infatti, le scene ambientate in Kansas erano monocrome, mentre ad Oz assistevamo ad una vera esplosione di colori. Per saperne di più, comunque, qui trovate la nostra recensione di Miss Peregrine.