Per Michael Moore il Joker di Todd Phillips è un "capolavoro che dovremmo vedere tutti"

Per Michael Moore il Joker di Todd Phillips è un 'capolavoro che dovremmo vedere tutti'
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La parola "capolavoro" è stata utilizzata spesso, in quest'ultimo mese, per descrivere il Joker di Todd Phillips, persino abusata anche, eppure se a scriverne come di un capolavoro è il premiato e stimato Michael Moore (Fahreheit 11/9, Where To Invade Next) allora la notizia salta all'occhio dei media.

Intervenendo infatti via Facebook e condividendo delle immagini ufficiali del film con Joaquin Phoenix, Moore ha voluto esprimere un suo giudizio sul cinecomic di Phillips, parlandone con entusiasmo senza risparmiarsi in elogi. Il regista, che è uno studioso della società, che indaga e approfondisce da tutta una vita, ha infatti scritto:

"Al New York Film Festival sono stato testimone di un capolavoro cinematografico. Si chiama Joker e tutti noi americani abbia sentito parlare di questo film come di un titolo pericoloso e che dovremmo evitare. Ci è stato detto che è violento, malato, moralmente corrotto: un incitamento e una celebrazione dell'omicidio. Il nostro paese è in uno stato di profonda disperazione, la nostra costutizione fatta a brandelli, un maniaco del Queens ha accesso ai codici nucleari ma per qualche ragione Joker è un film di cui dovremmo avere paura".

Continua: "Personalmente suggerirei il contrario: il pericolo più grande per la società arriverebbe dalla NON visione di questo film. Perché la storia che racconta e le questioni che solleva sono così profonde e necessarie, che se si distoglie lo sguardo dal genio di quest'opera d'arte allora si rischia di perdere il dono dello specchio sociale che ci offre. [...] Quella che viene mostrata è New York City e il regista e i produttori non si sforzano di nasconderlo. Il quartier generale di tutti i mali: i ricchi che ci governano, le banche e le società a cui siamo asserviti, i media che alimentano con una dieta a base di notizie quotidiane che pensano dovremmo assorbire in silenzio. [...] Nella settimana in cui Joker esce nelle sale, Donald Trump è ancora seduto alla scrivania di John F. Kennedy nell'Ufficio Ovale della Casa Bianca, almeno nei giorni in cui si presenta al lavoro, sognando la sua prossima conquista o dissolutezza".

E ancora: "Il film non parla di Trump, però, perché racconta l'America che ci ha regalato Trump. L'America che non ha bisogno di aiutare gli emarginati, i poveri. L'America in cui i ricchi dalla coscienza sporca diventano sempre più ricchi e sempre più sporchi. L'unica divergenza è che in questo film viene posta una domanda fondamentale: cosa succederebbe se la popolazione di diseredati decidesse di reagire? E non intendo tramite il voto. E la gente teme che questo film possa essere pericoloso. Davvero? Considerando anche tutto quello che stiamo vivendo nella vita reale? Permettete alle scuole di organizzare esercitazioni attive per tiratori con i vostri figli, danneggiandoli in modo permanente ed emotivo mentre gli mostriamo che questa è la vita che abbiamo creato per loro".

Poi: "Joker chiarisce che non vogliamo davvero arrivare fino in fondo, a questa storia, o anche provare a capire perché le persone innocenti si trasformino in Joker una volta che non riescono più a tenere insieme i pezzi della loro esistenza. Nessuno vuole domandarsi, in fondo, perché due ragazzi intelligenti abbiamo saltato la lezione di filosofia francese AP della quarta ora al Columbine High per massacrare 12 studenti e un insegnante. Chi oserebbe chiedere il perché il figlio di un vicepresidente della General Electric sia entrato alla Sandy Hook Elementary Newton, CT, per fare a pezzi i minuscoli corpi di 20 alunni della prima elementare. O perché il 53% delle donne bianche ha votato per il candidato alla presidenza che, registrato, si è vantato del suo talento da predatore sessuale. Le paure e le proteste per Joker sono uno stratagemma. Una distrazione per distogliere lo sguardo dalla vera violenza che lacera i nostri simili - 30 milioni di americani che non hanno un'assicurazione sanitaria è un atto di violenza. Milioni di donne e bambini che vengono maltrattati e che vivono nella paura è un atto di violenza."

E infine: "La violenza in Joker? Ma smettiamola! La maggior parte della violenza nel film è perpetrata dallo stesso protagonista, una persona che ha bisogno d'aiuto, qualcuno che cerca di sopravvivere ai margini di un'avida società. Il suo crimine è quello che di non poter ricevere aiuto. Il suo crimine è essere una barzelletta che scherza su di lui e raccontata dai ricchi e dai famosi. Quando si accorge allora di non poterne più comincia la violenza e ci si sente a disagio. Non per il sangue (minimo) o la brutalità, ma perché ci rendiamo conto che lo stavamo incoraggiando - e se sarete onesti quando questo accade, ringrazierete il film per avervi connesso a un nuovo desiderio - di non correre verso la vicina uscita per salvarsi il culo ma di restare in piedi, combattere e focalizzare sul potere non violento che avete tra le mani ogni singolo giorno. Grazie a Joaquin Phoenix, Todd Phillips, Warner Bros e a tutti coloro che hanno realizzato questo film importante in un momento importante. Quanto tempo è passato prima che rivedessimo un film aspirare ai livelli di Stanley Kubrick? Andate a vedere questo film. Portate i vostri figli. Prendere la vostra decisione".

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