Luca Guadagnino aggiorna su Il Signore delle Mosche e il sequel di Call Me By Your Name

Luca Guadagnino aggiorna su Il Signore delle Mosche e il sequel di Call Me By Your Name
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In un'intervista a tutto tondo con Deadline, il regista Luca Guadagnino ha sponsorizzato il nuovo documentario da lui prodotto The Truffle Hunters (che sarà presentato al Sundance Film Festival) e anticipato i suoi progetti futuri.

"Il documentario parla della fine dei giorni ... in un certo senso, è un contraltare per The Irishman", ha affermato Guadagnino a proposito di The Truffle Hunters, incentrato su degli anziani cacciatori di tartufi del nord Italia. "The Truffle Hunters parla di persone alla fine della loro vita che vedono il loro mondo sbiadire. E' un film che riguarda la mortalità e l'avvicinarsi della morte. L'immagine del cacciatore che non vuole più cacciare mi ricorda molto il film di Marty. È uno studio sulle persone alla fine della loro vita, le persone che erano al centro di qualcosa. La loro fragilità e la fragilità della vecchiaia sono toccanti nel film. E ho un forte interesse per i film antropologici come questo", ha spiegato. "Sono stato colpito dall'idea di un paesaggio che sta scomparendo e dalla storia di qualcuno che non è in sintonia con la vita contemporanea ma che è al passo con l'esperienza olistica della vita. Questo attrito è qualcosa che mi interessa. Il mio film Cuoco Contadino ne parla. Questo film non giudica mai i suoi argomenti ma offre una forte critica al meccanismo del potere. Il ritmo della natura e quelli radicati nella terra sono dissonanti rispetto ai ritmi delle grandi imprese. Eppure sono legati l'uno all'altro."

Michael Dweck e Gregory Kershaw, che erano stati al Sundance due anni fa con The Last Race, hanno co-diretto e prodotto il film, che esplora il piccolo mondo dei cercatori di pregiati tartufi bianchi nel Piemonte rurale.

Oltre al Sundance, però, l'acclamato cineasta sarà piuttosto impegnato in questo 2020: passerà infatti anche dal thriller Born To Be Murdered, che ha co-prodotto insieme a Christos V. Konstantakopoulos e che avrà come protagonisti Alicia Vikander e John David Washington, oltre ovviamente alla post-produzione a Parigi della serie HBO We Are Who We Are, incentrata su due adolescenti americani che provano a godersi il passaggio alla maggiore età mentre vivono in una base militare in Italia.

"Sto riversando tutta la mia attenzione e concentrazione su We Are Who We Are e Born to Be Murdered", ha affermato Guadagnino. "Sono molto entusiasta del film. Sarà una sorpresa meravigliosa e appassionata."

Il regista di Suspiria e Io Sono L'Amore afferma che questo intenso programma di produzione gli ha lasciato poco tempo per scrivere negli ultimi due anni, ma che il sequel di Call Me By Your Name rimane nella sua lista delle cose da fare. "Ho parlato delle mie idee a Timothée [Chalamet, ndr] e Armie [Hammer, ndr] e siamo tutti molto impazienti di iniziare".

Infine spazio anche a Blood On The Tracks, un progetto ispirato all'album di Bob Dylan del 1975 e al remake de Il Signore delle Mosche, che Guadagnino dirigerà per la Warner Bros. L'autore ha spiegato che i due progetti saranno scritti quest'ultimo, ma che il primo è ancora in fase di elaborazione. "Per un po' ho cercato di andare contro il flusso del modo in cui i film vengono realizzati ed è stato un po' doloroso", dice. “Quando ho deciso di seguire il flusso del business cinematografico, tutto è stato migliore per me e ho potuto approfondire ancora di più le cose che amo. Sono felice di essere sorpreso e di vedere cosa succede."

Per altri approfondimenti vi rimandiamo ad un saggio sulle tre migliori scene di Suspiria, che abbiamo inserito al quarto posto nella nostra classifica dei migliori film usciti nel 2019 in Italia.