Lo Hobbit purtroppo sembra non avere pace.

La gestazione del film tratto dal racconto di J.R.R. Tolkien continua ad avere seri problemi.
Dopo tutto quello che aveva passato precedentemente, ora, grazie alla futura ricapitalizzazione della MGM, sembrava che finalmente il progetto fosse entrato in una concreta fase di pre-produzione, vista anche l'apparizione di un avviso di casting proprio per Lo Hobbit. E invece, ecco apparire il classico fulmine a ciel sereno. E stavolta il problema sembra essere davvero molto serio.
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In pratica, la Screen Actors Guild, la American Federation of Television and Radio Artists e altre associazioni più o meno minori hanno rilasciato un documento dai toni molti forti, in cui, riassumendo, lanciano un ordine di "non lavoro" per il progetto in questione: quindi questo significherà che nessuno dei loro membri potrà lavorare nel film, pena forti ripercussioni da parte delle associazioni sugli attori stessi. Tutto questo fa parte di una mossa che la New Zealand Actor's Equity sta portando avanti per cercare di avere garanzie sulle paghe, sulle condizioni di lavoro, ecc per tutti gli attori che prenderanno parte alle riprese. Ovviamente la cosa non sarebbe diretta solo al progetto de Lo Hobbit, ma fa parte di un disegno politico più vasto, visto che la Equity sta cercando di avere queste garanzie minime dal 2006.
La cosa però non è piaciuta per nulla a Peter Jackson, che ha ovviamente replicato subito, affermando che queste sono solo mosse dell'Australian Labour Union e dell'Australian Media Entertainment and Arts Alliance per avere più potere nell'industria cinematografica neozelandese. Inoltre, per far capire di non aver minimamente gradito questa decisione, Jackson nello stesso documento arriva a minacciare di portare via il film dalla Nuova Zelanda ed andare a girare il tutto nell'Est Europa.