Knives Out, Rian Johnson parla di Hitchcock e del creare un giallo moderno

Knives Out, Rian Johnson parla di Hitchcock e del creare un giallo moderno
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Il regista Rian Johnson, che è cresciuto leggendo e guardando i misteri di Agatha Christie, ha parlato in una recente intervista della creazione di Knives Out e del suo amore per il cinema giallo.

L'autore ha voluto realizzare il suo whodunit per aggiornare in chiave moderna la formula di questo tipo di film, perché conosce i difetti insiti al genere stesso.

"Per quanto io ami i libri di Agatha Christie, in molti di essi c'è un punto, a circa tre quarti, in cui inizi capire", ha detto Johnson, recentemente ospite del podcast Filmmaker Toolkit. "E giunto a quel punto inizi a pensare: 'Ah, sì, ok, continuiamo a raccogliere indizi, non lo indovinerò mai. Arriviamo semplicemente al momento in cui il detective mi dà la soluzione.'"

Alfred Hitchcock, che notoriamente odiava i whodunit, definiva questo problema come la differenza tra la sorpresa del pubblico e la suspense, che lui era solito costruire nei suoi film. Quando Johnson ha iniziato a concepire Knives Out, il suo obiettivo era quello strutturare un film che potesse fare entrambe le cose.

"Questa è stata l'idea che ho avuto circa 10 anni fa", ha detto Johnson. "Posso fare qualcosa che inizia come un whodunit, si trasforma in un thriller di Hitchcock, ma alla fine torna un whodunit?"

Il trucco era quello di mostrare al pubblico l'omicidio, generando la suspense basando la storia su come il killer sarebbe stato catturato. Ma è una soluzione vista altrettanto spesso al cinema, e Johnson voleva ribaltare le cose una seconda volta - AVVISIAMO CHE DA QUI IN AVANTI INIZIANO PESANTI SPOILER SU KNIVES OUT - ovvero: era possibile dimostrare che Marta (Ana de Armas) era in qualche modo responsabile della morte al centro del mistero del film, ma organizzando la storia in modo tale che tornando nel terzo atto al genere whodunit, lei sarebbe stata innocente?

"È fondamentale iniziare con la sensazione al 100%, senza alcun conflitto, che la cosa giusta da fare sia che lei riesca a cavarsela", ha affermato Johnson. "Per uno che va matto per i generi come mei, questo film fa qualcosa di veramente interessante. Nel film, se sei uno di quelli che fa il tifo per lei sperando che se la cavi, il fatto che sappiamo come funzionano queste cose e sappiamo che Blanc (Daniel Craig), il detective, alla fine capisce sempre come sono andato le cose e cattura l'assassino, perché è così che funzionano questi film, la meccanica stessa del genere con cui tutti abbiamo familiarità diventa l'antagonista del film, anche se il detective stesso è un personaggio per il quale ti piace fare il tifo".

Johnson ha continuato: “Volevo vedere se riusciva a cavarsela con tutti gli elementi in gioco contro di lei, dopo aver costruito un primo atto molto solido. È come mettere un pezzo di marmo in una trappola per topi e trattenere il respiro".

A quel punto però doveva fare in modo che la protagonista, pur impegnata a nascondere la verità, restasse sulla retta via. Il regista si è anche ispirato ad una celebre scena di Breaking Bad, serie della quale ha diretto tre episodi, in cui Walter White (Bryan Cranston) deve decidere se lasciare morire qualcuno, il che gli permetterebbe di non essere catturato, oppure avere un ruolo attivo nel salvare una vita.

Avete visto Knives Out? Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti.

Per altri approfondimenti vi rimandiamo alla nostra recensione in anteprima del film e ad una clip in italiano.