Per Kevin Feige il MCU deve il suo successo a Stan Lee e Jack Kirby

Per Kevin Feige il MCU deve il suo successo a Stan Lee e Jack Kirby
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Sebbene molti film del Marvel Cinematic Universe possano essere ricondotti a storie a fumetti pubblicate e ambientate nel XXI secolo, il successo del brand non sarebbe stato possibile senza le forti radici dei supereroi, ben piantate nel Novecento. Così la pensa Kevin Feige, il boss dei Marvel Studios.

Ospite nei giorni scorsi della New York Film Academy, il produttore ha partecipato a una lunga sessione di domande e risposte con gli studenti, durante la quale, oltre ad aver descritto Internet come un inferno, ha sottolineato appunto l'importanza delle radici, rendendo un doveroso omaggio ai mostri sacri che hanno reso grande la Marvel.

"Penso che la chiave del successo siano stati Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko, oltre alle dozzine di scrittori ed artisti che hanno creato un mondo fantastico nel corso di quaranta, cinquanta anni e più. Nel caso di Joe Simon e Jack Kirby che hanno creato Captain America, ottanta anni nell'editoria. È incredibile, e penso che una delle cose più ingiuste dell'universo sia che Jack Kirby sia morto prima di vedere accadere tutto ciò. E sono così felice che Stan Lee sia arrivato fare 22 cameo nel MCU per noi e che sia stato con noi ad ogni passo, il che è stato fantastico."

Kevin Feige ha poi continuato, ringraziando tutti coloro che hanno contribuito all'evoluzione di tutti i personaggi del Marvel Cinematic Universe, e a mantenerli interessanti anno dopo anno. "Ecco come questi personaggi possono durare decenni e decenni nell'editoria, e spero che possano durare decenni e decenni anche al cinema, continuando a cambiare. Guardate Thor. Pensate a come Thor ha iniziato con Ken Branagh, guardate dove sta andando con Taika. Questo è un testamento per il modo in cui questi personaggi possono evolversi, e in questo caso per Chris Hemsworth e le sue abilità recitative."

In ogni caso, per Kevin Feige il Marvel Cinematic Universe non deve accontentare tutti, ma tutti quelli che ne fanno parte possono sentirsene orgogliosi.