Kevin Costner e Francis Ford Coppola: mitica intervista a due per Horizon e Megalopolis

Kevin Costner e Francis Ford Coppola: mitica intervista a due per Horizon e Megalopolis
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Kevin Costner e Francis Ford Coppola ne sanno qualcosa di rischi professionali, e non a caso in queste ore Deadline ha riunito i due autori per commentare i rispettivi ambiziosissimi nuovi progetti, vale a dire Horizon e Megalopolis.

Sia l'autore di Apocalypse Now che quello di Balla coi lupi, infatti, sono attualmente a lavoro su quelli che entrambi concordano nel definire i progetti più rischiosi della loro carriera, l'epico western da 11 ore Horizon di Costner (che sarà suddiviso in quattro film) e la fantasmagoria utopica Megalopolis di Coppola: in un panorama di blockbuster prodotti dalle grandi major, questi progetti sono costati oltre 100 milioni di dollari in larga parte auto-finanziati dai due registi.

"Francis sicuramente ne sa qualcosa" ha dichiarato Kevin Costner a proposito di Horizon. "Ho commissionato questa storia nel 1988. Un film singolo, un western convenzionale con un inizio, una parte centrale e una fine. Non sono riuscito a convincere nessuno a farlo. Poi, subito dopo aver realizzato Open Range e aver fatto qualche soldo con quel film, ebbi una possibilità con la Disney. Ci incagliammo sul budget, per una differenza di soli 5 milioni di dollari. Avevano avuto molto successo con Open Range, ma per 5 milioni di dollari in più decisero di non fare Horizon. Ora, chi mi conosce forse lo sa, ma sono un tipo testardo. E credo che anche Francis, in quanto a testardaggine, ne abbia da vendere. Otto anni dopo Open Range, ho iniziato a pensare seriamente alla storia di Horizon, ho iniziato a scriverla e alla fine sono diventate quattro sceneggiature. Più o meno lavoro a questi film dal 1988, e oggi sono convinto che si tratti di roba davvero buona. Eppure in tutti questi anni non sono mai riuscito a convincere nessuno a farlo. Ma alla fine della fiera, sono un narratore, e sono andato avanti da solo e ci ho messo i miei soldi, in questo progetto. Non sono un bravo uomo d'affari, quindi sono pronto a correre i miei rischi. Ho diretto tre film nella mia carriera e ogni volta ho rischiato il tutto e per tutto. Questo è il mio quarto film. E probabilmente una delle poche persone al mondo con cui posso parlarne è proprio Francis."

Coppola, infatti, concorda: "Mi ritrovo molto in questo discorso. Dal mio punto di vista, quando inizi a viaggiare verso il grande ignoto, non vuoi startene lì a rimuginare e pensare: 'Oh, vorrei aver fatto questo o vorrei aver fatto quello'. L'unica cosa che devi dire è: 'Devo farlo. Devo essere qui'. Ho sempre agito con questa idea di fare le cose invece che pensarle, perché anche se fallisci è meglio che non averci provato affatto. Almeno provando, hai la possibilità di farcela."

Inoltre, anche qualche complimento reciproco: "Vorrei dire una cosa su Kevin" ha aggiunto Coppola. "Molto spesso la storia del cinema ci ha mostrato attori diventare registi eccezionali, Charles Laughton, Laurence Olivier e, ai vecchi tempi, G. W. Pabst. Kevin è un esempio di una grande tradizione. Il motivo per cui gli attori, più di qualsiasi altra categoria del mondo del cinema, statisticamente parlando hanno più probabilità di altri professionisti, come sceneggiatori o montatori eccetera, di diventare grandi registi, è che il cinema è recitazione e narrazione, quando lo riduciamo ai suoi elementi essenziali, come l'acqua sta all'idrogeno o all'ossigeno. L'obiettivo più alto è la grande narrazione, e gli attori sono tra i pochi che cercano la verità nella storia del cinema, dall'età del muto ad oggi."

La lunga intervista completa originale è disponibile su Deadline e consultabile nel link della fonte qui sotto.