Justice League e gli altri: 5 cinecomic d'autore da guardare aspettando Zack Snyder

Justice League e gli altri: 5 cinecomic d'autore da guardare aspettando Zack Snyder
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Sempre in relazione all'attesa per Justice League di Zack Snyder qualche tempo fa vi avevamo proposto le migliori director's cut della storia del cinema, oggi invece rimaniamo in abito cinecomic per scoprire (o riscoprire) 5 cinecomic d'autore da guardare prima dell'arrivo della Snyder Cut.

Il termine 'autore' associato ai film nasce in Europa tra gli anni '50 e '60 e negli Stati Uniti arriva all'incirca nel corso del decennio successivo: oggi il concetto è molto diluito e con la fine della New Hollywood ha anche perso molto del senso originale, ma in generale lo si utilizza ancora per indicare un'opera che trasmette inequivocabilmente il 'marchio' di un regista.

Vi proponiamo alcuni esempi in cui questo concetto di autorialità lo si è potuto applicare anche ai cinecomic, tendenzialmente opere molto figlie dei produttori e degli studi più che dei registi:

  • A History of Violence di David Cronenberg: adattamento cinematografico della graphic novel del 1997 realizzata daJohn Wagner e Vince Locke, il film è un cambio di passo rispetto al cinema 'classico' di Cronenberg ma contiene tutte le sue implicazioni psicologiche e soprattutto fisiche, con l'ossessione per i corpi lividi e offesi prepotente come in passato.
  • 300 di Zack Snyder: l'opera che ha segnato definitivamente lo stile di Snyder, esaspera alcuni momenti visivi già sperimentati in Dawn of the Dead e arriva ad un punto di contatto incredibile fra le pagine di un fumetto e i fotogrammi di un'opera cinematografica.
  • Thor: Ragnarok di Taika Waititi: tutta la coerenza visiva che lega insieme il Marvel Cinematic Universe quasi si perde nell'opera di Waititi, che porta gli stili, i colori e i toni del suo cinema nella saga di Thor rivoluzionandola dall'inizio alla fine.
  • Hulk di Ang Lee: l'idea di far progredire il film a suon di vignette, come invitando lo spettatore a 'sfogliare' le inquadrature quasi fossero le pagine di un fumetto, può non aver attecchito col pubblico al tempo dell'uscita, ma da allora l'opera di Ang Lee viene spesso citata fra gli appassionati e gli studiosi come un grande esempio di cinecomic.
  • La vita di Adele di Abdellatif Kechiche: il più famoso fra gli insospettabili cinecomic, tratto dal fumetto francese 'Il blu è un colore caldo' di Julie Maroh, nonché il primo a vincere in un importante festival cinematografico: fu Palma d'Oro a Cannes sei anni prima della vittoria di Joker di Todd Phillips a Venezia.