Jumanji: The Next Level, Jake Kasdan sulla sfida del creare un sequel all'altezza

Jumanji: The Next Level, Jake Kasdan sulla sfida del creare un sequel all'altezza
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Con $962 milioni di dollari ottenuti nel mondo con Jumanji: Welcome to the Jungle, Jake Kasdan si è trovato di fronte ad una sfida apparentemente impossibile durante la realizzazione di Jumanji: The Next Level: passare letteralmente al livello successivo.

Il figlio di Lawrence Kasdan, regista e sceneggiatore che scrisse per ben due volte il ritorno di Guerre Stellari, prima nel 1980 con L'Impero Colpisce Ancora e poi nel 2015 con Il Risveglio della Forza, ha svelato di esserci approcciato al nuovo film con Dwayne Johnson, Karen Gillan, Jack Black e Kevin Hart evitando ogni tipo di pressione.

"Posso onestamente dire che dopo Welcome to the Jungle non stavamo pensando di fare un sequel. Io, per lo meno, non ci pensavo affatto. Non ero concentrato in quel modo - e non solo non ero concentrato in quel modo, ma quando a volte qualcuno lo suggeriva pensavo che probabilmente non fosse una buona idea. Non ci stavo pensando in questi termini. La cosa fondamentale per me era che avremmo dovuto fare il primo film in modo da renderlo il più completo possibile. Sì, è il carro davanti ai buoi, ma a me interessava solo raccontare quella storia al massimo delle mie possibilità."

Poi, però, il sequel è arrivato davvero, questa volta con Danny DeVito e Danny Glover.

"Dato che avevo questo tipo di reticenza nel tornare, ho avuto la stessa conversazione con tutti: se vogliamo farlo, deve avere una storia che merita per noi e che ci convinca a farlo. Per me tornare alla freschezza e all'originalità del primo film voleva dire introdurre nuovi personaggi, e lo abbiamo fatto con la storia di Eddie e Milo. Introducendo questi nuovi personaggi abbiamo potuto usare il dispositivo che avevamo usato nel primo film, il fatto cioè che le persone reali entrano nel mondo di Jumanji e ottengono degli avatar prestabiliti, ma lo abbiamo espanso. Perché volevamo che fosse qualcosa di diverso. Non volevamo raccontare la stessa storia con gli stessi bambini. Lo abbiamo fatto, adoriamo quei bambini, quelli sono i nostri bambini. E poi l'idea che ne è seguita è stata altrettanto interessante e completamente diversa, e questo ci ha portato in particolare a quei due attori. Anche io ho avuto più esperienza in termini di lavoro. Quindi mentre sviluppavamo la cosa mi sono detto, forse se lo facessimo di nuovo potrei provare a fare meglio della prima volta."

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