Johnny Depp: Amber Heard sgancia la bomba, processo a serio rischio annullamento

Johnny Depp: Amber Heard sgancia la bomba, processo a serio rischio annullamento
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Fino a qualche giorno fa, la controffensiva del team legale di Amber Heard dopo la sentenza che ha riconosciuto Johnny Depp vittima di diffamazione, sembrava solo un parlare a vuoto. Ma ora la motivazione resa pubblica, si dovesse dimostrare vera, costituirebbe effettivamente un grave vizio di forma che costringerebbe all'annullamento.

Nonostante la promessa del team legale dell’attrice di Acquaman di ricorrere in secondo grado di appello dopo la vittoria di Johnny Depp a processo – trovate all’articolo linkato un memorandum sugli estremi della sentenza e quanto è stato riconosciuto in risarcimento, fatte le dovute differenze, a entrambe le parti – almeno il processo di Fairfax sembrava un tassello chiuso e acquisito. Tanto che già si è ripreso a parlare dei prossimi progetti e film di Johnny Depp, fra cui è spuntato di recente (addirittura) un coinvolgimento di Netflix. Tuttavia, a fianco delle procedure per l’Appello, era stata fatta richiesta, in parallelo, di annullare la sentenza di primo grado.

Fino a ora, senza aver portato alcuna motivazione, la richiesta sembrava folle. Ma in un secondo atto condiviso col tribunale, il team legale della Heard ha potuto specificare le ragioni della richiesta. E se si dovessero dimostrare vere, almeno a livello giuridico ci sarebbero tutti gli estremi per considerare la sentenza nulla. Afferma il deposito come premessa fondamentale dell’ordinamento giuridico statunitense: "Ms. Heard aveva il diritto di fare affidamento sulla protezione di base, come prescritto dal Codice della Virginia, secondo cui i giurati in questo processo sarebbero stati individui che sono stati effettivamente convocati per l'incarico di giuria".

Il problema, segnala il deposito, è che per almeno un giurato sarebbe sorto un problema non da poco, apparentemente frutto di una coincidenza sfortunatissima e forse per responsabilità del tribunale. I giurati vengono convocati con una comunicazione che arriva direttamente all’indirizzo di residenza, ma nel caso del giurato N. 15, scrivono i legali, ci sarebbero due individui omonimi – “Perlomeno di cognome” – residenti entrambi allo stesso indirizzo: uno di 77 anni, quello convocato; un altro di 52, quello che si sarebbe presentato. Non ci si sarebbe accorti dell’errore – ammesso che sia effettivamente come sostiene la parte di Heard, il tribunale dovrà prima fare le sue verifiche – perché il Codice della Virginia richiede ai giurati di registrarsi tramite modulo inserendo, appunto: i propri dati anagrafici, il codice postale di residenza e il codice a sette cifre comunicato privatamente a ogni giurato.

Il problema, che fa sorgere i dubbi, è che il 52enne in questione si sarebbe registrato con l’anno di nascita del 77enne, presentandosi al suo posto senza che gli venisse chiesto un documento di riconoscimento: per errore o per malafede, sostiene implicitamente il deposito. Ovviamente, come detto, il tirbunale dovrà fare le sue verifiche, poiché senza altra prova al di fuori del modulo compilato, per ora è solo il team legale a sostenere che ci sia stato uno scambio di persona, basandosi (forse) solo sull’incontro de visu avvenuto in aula. Ma se la teoria si dimostrasse vera – e parrebbe strano, per una Heard già fortemente in perdita dalle spese processuali e dal risarcimento (almeno così sostiene lei), continuare battaglie già perse con il proprio team – la probabilità che il processo venga annullato sarebbe altissima, anche perché la sentenza viene raggiunta all’unanimità e quindi anche un giurato fuori posto può ribaltare tutto.