James Mangold: "I cinema si stanno uccidendo da soli, ecco perché"
Il regista di Logan e Ford v. Ferrari, James Mangold, spiega perché secondo lui non è lpo streaming l'avversario più grande delle sale cinematografiche ma... Le stesse sale.
Con l'attuale emergenza sanitaria, il settore dell'intrattenimento sta subendo una forta crisi, in particolare i cinema. Ma secondo Mangold, i problemi delle sale cinematografiche risalgono a molto prima del virus e dell'avvento dello streaming.
"Per me l'arte del fare film è l'arte dei fare film.Quella che abbiamo sempre considerato la distribuzione di un film su uno 'schermo più piccolo' adesso non è necessariamente per uno schermo poi tanto piccolo. La realtà delle proiezioni al cinema è diventata tragicamente pessima in cos' tanti casi. Lottiamo per far mostrare il nostro film in una sala che puzza, con qualcuno che mangia enchilada di fianco a te, metà dello schermo non è a fuoco o è troppo scuro" ha osservato il regista di Ford v. Ferrari, che ha anche raccontato come, proprio in occasione di uno screening del film con protagonisti Christian Bale e Matt Damon, lui stesso abbia avuto un'esperienza cinematografica decisamente poco soddisfacente (erano state lasciate le lenti per i film in 3D, pratica che ha ricordato Mangold, è fin troppo diffusa senza una valida ragione).
"I cinema hanno i loro problemi, e se non provvedono a risolverli fornendo un'esperienza eccellente che non puoi replicare anche in casa, allora le sale si uccideranno da sole, senza che nemmeno entrino i azione mezzi di distribuzione alternativi" continua Mangold.
"Il mio punto è che adesso i cinema sono una landa desolata in cui spesso vengono mostrati dei film in condizioni pietose, mentre il pubblico paga per un servizio premium in modo da poterli vedere sul grande schermo. È qualcosa che va risolto" afferma poi, lamentandosi della paga troppo bassa dei lavoratori, dei prezzi troppo alti di cibi e bevande complementari, della scarsa qualità delle apparecchiature e tutto ciò che contribuisce a dinimuire la qualità dell'esperienza cinematografica a danno non solo dello spettatore, ma a lungo termine anche degli stessi esercenti.
"Non trovo che il cinema sia 'morto'. Sicuramente ci saranno delle vittime a causa della pandemia, tuttavia credo che la volontà delle persone di uscire e godersi un'esperienza inimitabile sul grande schermo continuerà... Ma penso che gli anni di gloria, come ad esempio i '90 [...] siano ormai un ricordo, e lo era anche prima del virus" conclude.
E voi, siete d'accordo con il regista? Fateci sapere nei commenti.
Per leggere il resto dell'intervista, in cui Mangold elabora ancor più sul tema e tanto altro, potete cliccare sul link fonte in calce alla notizia.
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