Iran, Jafar Panahi annuncia sciopero della fame: "Se morirò, il mio cadavere sarà libero"

Iran, Jafar Panahi annuncia sciopero della fame: 'Se morirò, il mio cadavere sarà libero'
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Il regista iraniano Jafar Panahi, da sempre tra i più fervidi oppositori del regime, ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione nella prigione di Evin a Teheran, nonostante una sentenza della Corte Suprema iraniana abbia ribaltato la sua condanna a gennaio.

Sua moglie, Tahereh Saeedi, e suo figlio, Panah Panahi, hanno entrambi condiviso la dichiarazione del regista sulle rispettive pagine Instagram in queste ore: "Dichiaro che per protestare contro il comportamento illegale e disumano dell'apparato giudiziario del regime e della la loro presa di ostaggi, ho iniziato uno sciopero della fame dalla mattina del 12 di Bahman (1 febbraio): rifiuterò di mangiare e bere cibo e prendere medicine fino al momento del mio rilascio. Rimarrò in questo stato fino a quando, forse, il mio corpo senza vita sarà finalmente liberato dalla prigione."

Panahi è stato arrestato (per l'ennesima volta) a luglio 2022, con una pena di sei anni di carcere per un atto di "propaganda contro il sistema" risalente al 2010. La Corte Suprema ha annullato la condanna sulla base del fatto che il termine di prescrizione di 10 anni era scaduto e ha rinviato il suo caso a una corte d'appello. La sentenza originale prevedeva anche il divieto, della durata di 20 anni, di dirigere qualsiasi film, scrivere sceneggiature, rilasciare interviste a media iraniani o stranieri o lasciare il paese. Nonostante il divieto, Panahi è riuscito a realizzare diversi titoli che negli anni sono stati contrabbandati fuori dal paese e che lo hanno portato alla vittoria di numerosi premi internazionali, tra cui l'Orso d'argento del Festival di Berlino per "Closed Curtain" e "Taxi Teheran", o a Venezia con Gli orsi non esistono.

Prima della sua incarcerazione, il regista aveva anche protestato contro l'arresto dei colleghi registi Mohammad Rasoulof e Mostafa Al-Ahmad, detenuti per aver messo in dubbio la risposta del governo al crollo di un edificio che ha ucciso più di 40 persone.

Continueremo a monitorare la situazione per voi: in queste settimane, in Iran è stata liberata la famosa attrice Taraneh Alidoosti, imprigionata dopo aver criticato la pena di morte adottata dal regime.