House of Gucci, Jared Leto e la nomination ai SAG: "Pensavo fosse il mio ruolo peggiore"

House of Gucci, Jared Leto e la nomination ai SAG: 'Pensavo fosse il mio ruolo peggiore'
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Film vincitore della controprogrammazione natalizia in Italia, House of Gucci è riuscito a incassare più di tutti nelle nostre sale se escludiamo appunto Spider-Man: No Way Home e nella giornata di ieri si è portato a casa diverse nomination agli Screen Actors Guild Awards, i premi del sindacato attori. Ma Jared Leto pensava di aver recitato male.

Oltre a Lady Gaga nominata come miglior attrice, anche Jared Leto ha ottenuto la sua nomination ai SAG Awards nella categoria miglior attore non protagonista per la sua interpretazione di Paolo Gucci in House of Gucci, l'ultimo film di Ridley Scott pesantemente criticato dagli addetti ai lavori ma sorprendentemente amato dal pubblico. In particolare, nel corso di un'intervista a Deadline, Jared Leto pensava si trattasse della sua prova peggiore in carriera o potenzialmente della sua migliore.

"Mi piace prendermi dei rischi e ritrovarmi in un momento in cui il fallimento è lì vicino pronto a bussare alla tua porta. E' molto eccitante quando sono in quella situazione e spero di continuare a ricordare a me stesso di essere altrettanto coraggioso in futuro. Ero sicuro che questa sarebbe stata o la mia peggior interpretazione o, potenzialmente e creativamente per me come artista, la mia migliore. Non c'era spazio per tutto il resto e adesso sono pieno di gratitudine perché so di essere molto fortunato ad essere un attore che puoi chiamare per recitare quei tipi di ruolo".

Già in precedenza Leto aveva definito la sua interpretazione in House of Gucci come una lettera d'amore all'Italia: "Ho fatto di tutto. Sniffavo strisce di sugo all’arrabbiata nel bel mezzo delle riprese di questo film. Avevo l’olio d’oliva al posto del sangue. Questo è stato il tuffo profondo che ho fatto. Se mi facessero ora una biopsia, la mia pelle sarebbe come il parmigiano! Questa è stata la mia lettera d’amore all’Italia. Dare vita a Paolo è stato come far nascere una palla da bowling dal mio sfintere. Continuo a dire che il mio sedere tremava come un pollo su quel set. È stata una prestazione molto fisica. C’è qualcosa nel velluto a coste, penso: quando lo indossi, è come se prendessi fuoco".