Gus Van Sant ha rivelato i motivi che lo spinsero a realizzare il remake di Psycho

Gus Van Sant ha rivelato i motivi che lo spinsero a realizzare il remake di Psycho
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Nel 1998 il regista statunitense Gus Van Sant produsse e diresse Psycho, remake dell'omonimo capolavoro del 1960 diretto dal maestro del thriller Alfred Hitchcock.

Il progetto, sicuramente ambizioso, fu quasi completamente rigettato dalla critica, che l'anno prima invece aveva osannato il precedente film del regista, Will Hunting - Genio Ribelle, che vinse due Oscar a fronte di ben nove candidature.

La scelta di Gus Van Sant, provocatoria e divisoria, fu quella di ricalcare il film originale fotogramma per fotogramma, non solo producendo un remake, ma proprio creandone una copia su pellicola. Sebbene furono lodate le ambizioni sperimentali del progetto, che vedeva la partecipazione di Vince Vaughn, Anne Heche e William H. Macy, l'opera fu giudicata per lo più noiosa e inutile.

Oggi dopo tanti anni, il regista ha spiegato le motivazione dietro al suo remake di Psycho.

"C'era una ragione dietro a quel film. Innanzitutto stavo cercando un modo per respingere l'affannosa ricerca di Hollywood per nuove IP. Non si trattava di imparare qualcosa su Hitchcock, era più che altro il tentativo di deridere i produttori, che negli anni '90 avrebbero preferito fare un sequel piuttosto che creare qualcosa di originale, perché un sequel avrebbe comportato meno rischi economici. Oggi hanno scoperto di poterlo fare con i film sui fumetti, ma negli anni '90 non avevano ancora avuto quest'idea."

Ricreare Psycho era qualcosa che Van Sant aveva pensato molti anni prima. "Nel 1989 avevo appena finito Drugstore Cowboy, mi sono incontrato con i capi degli studios e Casey Silver della Universal mi disse che nella loro biblioteca avevano centinaia di vecchi film, e che avrei potuto rifarne qualcuno. La mia proposta fu quella di prendere un film e rifarlo interamente, non ricostruirlo e aggiungere qualcosa di personale, ma rifarlo esattamente inquadratura per inquadratura. Era un esperimento che nessuno aveva tentato prima. Lì per lì pensarono che stessi scherzando, ma quando nel 1997 Genio Ribelle ottenne tutte quelle nomination agli Oscar le cose sono cambiate."

Van Sant ha proseguito: "Una cosa che piace ai produttori è assicurarsi un nominato all'Oscar circa una settimana prima che la cerimonia vada in onda. Così, quando tutti stanno parlando di quel nominato, loro possono vantarsi di avere in tasca i diritti del suo prossimo film. Io al tempo avevo un accordo con la Paramount, ma il mio agente mi disse che la Universal era davvero motivata e che mi avrebbe lasciato carta bianca. E allora proposi il mio remake di Pyscho, frame-by-frame ma a colori e con un nuovo cast. E loro accettarono."

Il regista ha spiegato che sapeva a cosa andava incontro. "Il mio Danny Elfman, che avrebbe realizzato le musiche del film, mi aveva avvertito. Mi disse: 'Lo sai che ti uccideranno se lo farai, vero?', e io dissi: "Chi mi ucciderà?". 'I critici', disse lui. Ma era un esperimento, non si trattava di chi avrebbe ucciso chi, si trattava solo di farlo. Pensavo che quello che gli altri avrebbero detto o pensato non mi sarebbe importato, poi invece ci sono stato male."

Nel corso degli anni, tuttavia, il film è stato rivalutato come opera d'arte sperimentale: "È più vivo ora di quanto lo fosse all'epoca in cui è uscito", ha dichiarato Van Sant.

Don't Worry, il nuovo film di Gus Van Sant, arriverà nei cinema il prossimo 29 agosto.