La Fabbrica di Cioccolato, perché Tim Burton rinunciò al sequel del film?

La Fabbrica di Cioccolato, perché Tim Burton rinunciò al sequel del film?
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La Fabbrica di Cioccolato è probabilmente uno degli ultimi film di Tim Burton ad aver riscosso un consenso pressoché unanime: dal 2005 in poi, salvo un paio di acuti, il regista di Edward Mani di Forbice ha inanellato una serie di lavori non particolarmente apprezzati da critica e fan. Perché, allora, non ritentare con Willy Wonka?

Il materiale per un sequel de La Fabbrica di Cioccolato, in effetti, c'è tutto: fu lo stesso Roald Dahl a dare alle stampe, nel 1972, Il Grande Ascensore di Cristallo (Charlie and the Great Glass Elevator), seguito diretto della storia narrata nel primo libro sulle avventure del bambino destinato a diventare l'erede di Willy Wonka.

Perché, dunque, Burton non ha mai provato a sfruttare la cosa? I motivi della decisione sono da ricercare in due fattori: in primis c'è il parere contrario di Roald Dahl in persona, che rifiutò di cedere i diritti a qualsivoglia produzione dopo aver giudicato piuttosto negativamente il lavoro svolto da Mel Stuart in occasione del film del 1971; in secondo luogo, lo stesso Tim Burton si disse non interessato all'adattamento del sequel.

Chissà che un giorno il seguito della storia di Dahl non trovi comunque uno sbocco sul grande schermo, non necessariamente per mano del nostro Tim! Vi piacerebbe ritrovare Willy Wonka al cinema? Diteci la vostra nei commenti! Recentemente, intanto, la famiglia di Roald Dahl si è scusata per le posizioni antisemite espresse dallo scrittore durante gli ultimi anni della sua vita.