Emily Ratajkowski: "Ho sempre incolpato me stessa per le molestie subite"

Emily Ratajkowski: 'Ho sempre incolpato me stessa per le molestie subite'
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Da poco Emily Ratajkowski è diventata mamma del piccolo Sylvester Apollo Bear e a quanto pare, questa nuova condizione di vita le ha permesso di avere una nuova consapevolezza di se come raccontato nella sua nuova biografia intitolata My Body.

Nelle pagine del suo libro l'attrice ha parlato a lungo delle molestie subite nel corso degli anni, sottolineando come nella maggior parte dei casi. tendesse ad incolpare se stessa per quanto accaduto. Emily Ratajkowski ha accettato anche gli abusi da parte di Robin Thicke, pensando che questi fossero il solo mezzo possibile per continuare a lavorare nel mondo dello spettacolo.

"Mi chiedevo se avevo incoraggiato i fotografi che ci avevano provato con me, o se avrei dovuto denunciare Thicke quando, girando quel video, mi afferrò i seni. E quando mi chiesero se stavo bene, risposi solo con un sorriso, per sdrammatizzare. Pensai che, dopotutto, era il capo".

La star di Gone Girl non ha avuto nemmeno il coraggio di denunciare le violenze del suo primo ragazzo: "Owen, il mio primo ragazzo, che abusò di me. Quando, tempo dopo, seppi che era stato denunciato per stupro da un'altra ragazza, mi chiesi: perché lei ha avuto il coraggio e io no? Avrei voluto essere come lei, ma incolpavo me stessa, il mio corpo".

Emily Ratajkowski ha poi invitato le alte donne a non far leva solo sulla bellezza del proprio corpo: "Quando ho iniziato a fare la modella, a guadagnare con la mia bellezza, mi sembrava una forma di rivincita, ma naturalmente la situazione era più complessa di come pensavo. Con il tempo, mi sono sentita sfruttata e sminuita. Nei giorni buoni, quando mi sentivo giudicata solo come un bel sedere, riuscivo a liquidare quegli sguardi come sessisti. Nei giorni bui, detestavo me stessa e ogni decisione presa mi sembrava un errore clamoroso. A vent'anni, non capivo che le donne che traggono potere dalla bellezza devono quel potere agli uomini di cui suscitano il desiderio. Sono loro a esercitare il controllo, non noi".