E' Stato Il Figlio: la grottesca realtà evidenziata da Daniele Ciprì

di

Primo degli italiani in concorso alla 69° Mostra del Cinema a Venezia che concorre per il prestigioso Leone d'oro, il regista Daniele Ciprì è anche in concorso come direttore della fotografia nel "Bella Addormentata" di Marco Bellocchio. La storia è tratta dal romanzo di Roberto Alajmo in una Palermo degradata e surreale ricostruita nella terra pugliese.

Guardando il film di Ciprì anche sceneggiatore, probabilmente si verrebbe da dire che l'espressione "si ride per non piangere" sia quantomeno azzeccata in una storia in cui lo stesso regista accenna "racconto con toni tragicomici la miseria della ricchezza". Seduto ad aspettare il proprio turno all'ufficio postale, Busu, l'attore Alfredo Castro, racconta la storia della famiglia Ciraulo, il cui padre di famiglia Nicola, interpretato da Toni Servillo, per tirare avanti come si può e mantenere la famiglia vende il ferro inutilizzato delle imbarcazioni ormai divenute relitti. Un giorno quando la famiglia si ritrova al mare, avviene un regolamento di conti tra mafiosi e una pallottola vagante spezza la vita della giovane Serenella, figlia di Nicola, ma la tragedia si trasforma in una occasione di arricchimento per i Ciraulo, che per via del risarcimento statale che spetta alle vittime di mafia coltiva sogni di redenzione in un quartiere dove la miseria e l'ignoranza impera. Nicola non sa far di meglio che indebitarsi nell'attesa che i 220 milioni di lire arrivino e alla fine con quel poco che rimane del denaro si comprerà una mercedes perché "è il modo per dimostrare a tutti che siamo diventati ricchi". L'auto sarà però contesa tra padre e figlio nell'ennesimo e conclusivo atto di violenza, sottolineando la miseria umana che il regista ha sempre raccontato.

Altri contenuti per E' Stato Il Figlio