Doctor Strange 2, l'idea di fondo per Cumberbatch: ma così non è uguale a Moon Knight?

Doctor Strange 2, l'idea di fondo per Cumberbatch: ma così non è uguale a Moon Knight?
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Il secondo capitolo di Doctor Strange è uscito nelle sale lo stesso giorno in cui Moon Knight si è chiusa su Disney+. Ed entrambe hanno un approccio inedito nel MCU, cupo e orrorifico. Ma non è questo il problema. Quanto le interpretazioni molto simili offerte da Oscar Isaac e Benedict Cumberbatch.

Vi avvertiamo fin da subito, di fronte all’assenza di un banner spoiler di fronte a un articolo del genere – che punta cioè a comparare i due prodotti più a rischio spoiler di questa settimana – che all’interno del pezzo non troverete riferimenti a eventi o accadimenti specifici mostrati all’interno della serie o del film in questione. In un certo senso, si tratta di un’interpretazione psicologica dei personaggi e del senso ultimo dei due titoli che potreste tranquillamente trovare in una recensione no spoiler. Inoltre, il paragone che ne verrà fuori è frutto, nel caso di Oscar Isaac, di una dichiarazione resa ancor prima che la serie facesse il suo debutto su Disney+; nel caso di Benedict Cumberbatch, di un’intervista sostenuta da poche ore, con i Marvel Studios ancora blindatissimi sul tema spoiler. Quindi non dovreste preoccuparvi troppo.

Detto questo, se non volete rovinarvi in alcun modo il gusto di scoprire in autonomia queste interpretazioni di fondo, potete tranquillamente interrompere la lettura. Siete ancora qui? Bene, cominciamo. Come detto, la serie MCU – che in realtà ha il suo più grande punto di forza proprio nel suo distacco dal MCU – si è conclusa pochi giorni fa, mettendo a segno il più grande record per le serie 2022. Lo ha fatto portando a compimento quel nucleo psicologico fondante che Oscar Isaac ci aveva anticipato settimane fa: “Non vorrei rovinare nulla, ma posso dire che quello che abbiamo veramente cercato di fare è tracciare il percorso di ricongiungimento di Marc e di come questo costituisca poi un passo nella guarigione dal trauma”.

Ora, nonostante quelli di Marc siano dei doppelgänger create dalla sua stessa mente e frutto di un disturbo, molto diversi quindi da quelli creati dagli universi alternativi di Doctor Strange 2, le parole usate da Benedict Cumberbatch per descrivere il rapporto fra loro e la matrice originale sembrano molto simili: “Questa idea narrativa multiversale è un po’ una metafora delle nostre vite. Interpretiamo più ruoli. Abbiamo un'incredibile capacità e spazio immaginativo nel nostro subconscio di immaginarci in circostanze diverse. Nel senso che Strange sta incontrando altre versioni che sono essenzialmente lui, ma hanno fatto cose diverse e scelte in circostanze diverse con risultati diversi. Quindi, credo che il senso ultimo del suo viaggio sia una sorta di autoterapia, un modo di far pace con sé stesso”.

Ovviamente si tratta di interpretazioni sui generis, pronunciate da membri di un universo che si muove, volente o nolente, all’unisono. Ma quali sono le vostre reazioni, di fronte a una tale concordanza? Perché succede questo? Indizio positivo o negativo? Parliamone nei commenti!