Disney, storica produttrice Marvel contro il CEO Bob Chapek per la legge "Don't Say Gay"

Disney, storica produttrice Marvel contro il CEO Bob Chapek per la legge 'Don't Say Gay'
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La scorsa settimana in Florida è stato approvato il disegno di legge, ribattezzato "Don't Say Gay" dai suoi oppositori, che vieta di parlare di orientamento sessuale e identità di genere nelle scuole fino alla terza elementare. In Florida la presenza della Disney è massiccia, ma l'azienda e il suo CEO Bob Chapek non hanno preso una posizione netta.

Dopo la condanna netta dei Marvel Studios e dei lavoratori della Disney che hanno scioperato, così come è stato forte il grido di un lavoratore della Pixar, anche la storica produttrice dei Marvel Studios, Victoria Alonso, ha rivelato di aver avuto una conversazione di 45 minuti circa sull'argomento con Bob Chapek, CEO di Walt Disney e successore di Bob Iger, tempestato di critiche per non aver preso una posizione netta sulla questione.

Durante il suo discorso di accettazione ai GLAAD Media Award per il premio ricevuto per Eternals, Alonso ha rivelato il contenuto di quella conversazione:

"Gli ho chiesto di guardarsi intorno e veramente se quello che vendiamo è intrattenimento per la famiglia, non scegliamo quale famiglia", ha detto Alonso. "La famiglia è tutta questa stanza. La famiglia è la famiglia in Texas, in Arizona, in Florida, e nella mia famiglia, a casa mia. Quindi, le chiedo di nuovo, signor Chapek: per favore, rispetti - se stiamo vendendo alla famiglia - prenda posizione contro tutte queste folli leggi obsolete. Prenda posizione per la famiglia".

Alonso, che fa parte della comunità LGBTQIA+, ha continuato esortando Chapek e ha condiviso il suo essere contraria all'uso della parola "tollerare" nei confronti delle persone della comunità LGBTQIA+.

"Smettete di dire che ci tollerate - nessuno mi tollera, lasciate che ve lo dica", ha continuato Alonso. "Voi tollerate il caldo in Florida, l'umidità in Arizona o Florida, e la siccità in Arizona e Texas. E si tollera il capriccio di un bambino di due anni. Ma non tollerate noi. Meritiamo il diritto di vivere, amare e avere. E, cosa più importante, ci meritiamo una origin story".