Diario dalla Laguna - episode two
Al terzo giorno di Festival, le cose cominciano a prendere un certo ritmo. Lo spaesamento lascia il posto ad un serie di consapevolezze, di tipo pratico/logistico (dove mangiare, come muoversi, dove andare etc.) ma anche squisitamente 'personali'. Molte cose cominciano a divenire familiari, nel bene o nel male. La scoperta del fornaio poco distante rende fattibile pranzare in maniera quasi umana senza spendere una fortuna, ad esempio. Ma sono alcune piccole cose a caratterizzare le giornate. Il famigerato rialzo della sala stampa, ad esempio, su cui tutti sono inciampati almeno una volta (ho visto un paio di colleghi cinesi prepararsi per le prossime olimpiadi di salto in lungo!) o i controlli di sicurezza che ti controllano la ventiquattr'ore ogni volta che gli passi davanti.
O ancora, i piani d'azione stravolti mille volte e per i più disparati motivi. Complice un programma di proiezioni non sempre agevole e la pessima idea di abolire le proiezioni daily, cioè quelle dedicate principalmente ai quotidianisti, che si fagocitano la maggior parte dei posti disponibili.
(continua dopo il salto!)
Lo scontento di molti giornalisti per l'effettiva impossibilità di effettuare un lavoro puntuale si è fatto, dunque, più volte sentire. Ma per quest'anno ci tocca arrangiarci e fare di necessità virtù, aggirando l'ostacolo così come aggiriamo l'inutile transenna messa 'a monito' del rialzo di cui sopra. Transenna posta sopra l'ancor più inutile avviso "mind the step" poggiato per terra alla ricerca di una soluzione facile e, naturalmente, inefficace.
Ma noi andiamo avanti! Dover saltare una proiezione per dare precedenza alla stampa 'seria' mi ha permesso di godermi, ad esempio, un bel film due file avanti a un certo John Woo. Mi dicono che è un regista cinese famoso, boh. So solo che volendo fargli qualche foto, ne sono uscito fuori con una istantanea alla sua pelata da dietro e un'altra a bordo di una Lancia dai vetri oscurati, con cipiglio serio e atmosfera da boss della yakuza. Urka!
Neanche tempo di rimirare il risultato della mia incapacità di fotografare persone (sono bravo coi monumenti, che volete farci!) che mi giro e mi ritrovo Valeria Marini a fianco, che passeggia con la bodyguard vicino.
Alt, frena: la Valeriona nazionale a pochi metri da Jhon Woo e il mondo non è imploso. Niente male, direi. Più tardi, qualcuno mi ha chiesto "E perché non le hai fatto una foto al famoso didietro?". Risposta: non ci ho pensato. E, in fondo, chissene. Bramate forse un Moviebabe nostrano? Ma forse, un motivo per cui la Marini ha suscitato in me, più che altro, una sensazione buffa è che poco prima avevo rimirato da vicino la bellissima Abbie Cornish. Ancor più buffo è trovarsi dal lato giusto del canale quando lei e Madonna se ne stanno andando in battello: ero posizionato, assolutamente per caso, meglio dei paparazzi. Avessi avuto un teleobiettivo appresso avrei fatto delle foto splendide. Ci sarà tempo anche per quello. Dopotutto, le celebrità non mancano mai. Ma di questo parleremo la prossima volta.
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