Cosa significa il finale di Donnie Darko? Tutto sul film cult con Jake Gyllenhaal

Cosa significa il finale di Donnie Darko? Tutto sul film cult con Jake Gyllenhaal
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Donnie Darko va senza dubbio annoverato tra i film cult di questi primi due decenni del terzo millennio: il film con Jake Gyllenhaal è diventato col tempo un vero e proprio classico, anche e soprattutto grazie alle tante teorie che tentano di spiegarne l'enigmatico finale.

Le spiegazioni plausibili sono infatti più di una, per quanto va detto che ognuna di queste goda di un diverso grado di credibilità: non ce la sentiamo, ad esempio, di dare troppo credito alla teoria secondo cui gli eventi del film sarebbero frutto di un sogno di Donnie (la cosa non spiegherebbe, ad esempio, la caduta del motore dell'aereo).

Un'altra possibile spiegazione è quella della schizofrenia di Donnie, con il nostro che avrebbe quindi distorto la realtà in cui vive inventandone di sana pianta una decisamente più assurda ed inquietante: anche in questo caso, però, qualcosa sembra non tornare.

Giungiamo quindi alla teoria più accreditata, ovvero quella sui viaggi nel tempo e, in particolare, sull'universo tangente: "L'universo primario è in grave pericolo. Guerra, epidemie e disastri naturali sono frequenti. La morte arriva per tutti noi. La quarta dimensione è un costrutto saldo, sebbene esso non sia impenetrabile. Quando il tessuto della quarta dimensione diventa corrotto gli incidenti sono incredibilmente rari. Se sopraggiunge un universo tangente, esso sarà altamente instabile e riuscirà a sostenersi per non più di alcune settimane. Eventualmente esso collasserà su se stesso dentro l’universo primario, formando un buco nero capace di distruggere tutto l’esistente" si legge ne La Filosofia dei Viaggi nel Tempo, il libro fittizio di Nonna Morte creato appositamente per il film.

Secondo questa teoria, insomma, l'universo primario sarebbe quello in cui i protagonisti del film si trovano al principio e alla fine della nostra storia: il resto delle vicende si svolgono invece nel suddetto universo tangente, creatosi a causa della corruzione del tempo ed estremamente instabile, destinato quindi a collassare su sé stesso creando una sorta di buco nero. Queste, naturalmente, sono solo alcune delle spiegazioni plausibili: il film di Richard Kelly è pensato proprio per risultare ambiguo ed equivocabile, ed è qui che risiede gran parte della sua bellezza. Per saperne di più, ecco la nostra recensione di Donnie Darko.