Colin Farrell rivela: "Sono un alcolizzato". La confessione a cuore aperto dell'attore

Colin Farrell rivela: 'Sono un alcolizzato'. La confessione a cuore aperto dell'attore
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Fa parte di quella generazione dannata, Colin Farrell, che con l'alcool e la dipendenza ci si è rovinata, e a quanto pare neanche lui è da meno. In una recente intervista ai microfoni del Mirror, la star ha infatti parlato a cuore aperto della sua tossicodipendenza e di molti problemi che gli ha causato.

Confessa con tranquillità che una volta, sul set di Minority Report, era così sbronzo da non riuscire a recitare una sola battuta, costringendo la produzione a ripetere un ciak per 56 volte consecutive: "All'epoca avevo 24 anni e ho chiesto con aria molto arrogante se potevo riposarmi il giorno dopo il mio compleanno", spiega Farrell: "Pensavo che in un film da 100 milioni di dollari sarebbe stata una richiesta assecondabile ma no, mi hanno fatto lavorare. È stata una notte lunga e difficile. Ricordo di non aver dormito affatto".

Continua: "La battuta da recitare era 'Sono sicuro che tu abbia colto il fondamentale paradosso della tecnologia pre-crimine'. Lo so soltanto adesso, 16 anni dopo, perché al tempo fui colpito da un attacco d'ansia o di panico. Questa cosa dovrebbe andare sulla mia lapide. Mia sorella era con me sul set, quel giorno, ma dopo 56 ciak ha deciso di abbandonare il set. Ero un disastro e la feci vergognare molto".

Il Mirror sottolinea la sincerità dell'attore nel parlare della sua lotta alla dipendenza da droghe e alcool. Il sito scrive che l'interprete si è più volte registrato in diverse cliniche di riabilitazione nel corso degli anni, l'ultima l'anno scorso, alla Meadows in Arizona, e questo perché l'attore "ha iniziato a desiderare ardentemente di consumare droga dopo un frenetico programma di riprese".

È comunque sobrio da 13 anni, dal 2005, dopo Miami Vice, quando entrò per la prima volta in clinica "dopo essere sempre stato strafatto o ubriaco - ammette - sin dall'età di 14 anni". Farrell rivela anche: "Per anni ho potuto indulgere in diverse cose. Ho avuto un'alta tolleranza ai farmaci per diversi anni. Solitamente bevevo o mi drogavo per cinque mesi, all'eccesso, per poi togliere il piede dall'acceleratore e ripulirmi un po'. Ero molto triste. Bevevo molto. Quando uscivo con gli amici a bere, andavamo in un pub e mi prendevo sei pinte di birra".

Continua nella sua confessione, senza freni: "Quando tutti andavano a dormire, allora, tiravo un po' di coca, mi fumavo quattro spinelli, prendevo un bottiglia di Jack Daniel's e bevevo fino alle cinque del mattino. La mia famiglia cercava in tutti i modi di farmi entrare in riabilitazione". Questo stile di vita disordinato, tossico e caotico non ha però mai influenzato il suo lavoro: "Quella volta dei 56 ciak è stata una rarissima eccezione".

Ha poi aggiunto: "Potrei uscire con molta tranquillità fino alle cinque del mattino, dormire un'ora e mezza e poi passare una giornata di 14 ore in cui non perderei un colpo, non mancherei nessun bersaglio e non dimenticherei nessuna battuta. Sono sempre stato molto professionale, quindi l'ho fatta franca per anni e anni".

Infine conclude: "Non so onestamente come sarebbero state le mie performance se fossi stato sobrio. Non so se sarebbero state migliori o peggiori. Credo che non lo saprò mai".