Checco Zalone ricorda: 'In treno un rapinatore mi raccontò il suo arresto e si commosse'

Checco Zalone ricorda: 'In treno un rapinatore mi raccontò il suo arresto e si commosse'
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Prima di diventare il comico italiano di maggior successo dell'ultimo decennio Checco Zalone ne ha dovuta fare di strada: l'attore di Cado dalle Nubi non ha mai nascosto i fallimenti e le umiliazioni sopportati prima di arrivare al successo, e nel corso di una recente intervista ha voluto ricordare alcuni episodi di quel percorso.

Zalone ha parlato del suo arrivo a Milano e del suo essersi sentito un migrante esattamente come quelli raccontati in Tolo Tolo, e proprio a proposito del suo impatto con il capoluogo lombardo ha voluto ricordare un singolare episodio accaduto in treno.

"Per andare in trasmissione viaggiavo sulla tratta ferroviaria Bari-Milano con la stessa frequenza di mio nonno Pasquale, capostazione, e in tasca non avevo una lira. Parlavo per ore al telefono con Mariangela, con la quale sto da 15 anni perché lo saprà, all’inizio tra fidanzati non si fa altro che parlare e dormivo a casa di Nicola, un mio amico dell’università che vinse il concorso per entrare in Polizia Penitenziaria e da buon ragazzo del Sud comprò subito una casa a Milano. Periferia nord. Fermata Dergano. In pieno luglio, con un caldo sconvolgente, andavo a fare queste prove in viale Monza, combattevo con le zanzare e poi tornavo a Capurso. Una volta in treno incontro uno di Noicattaro (suo conterraneo). Lombrosianamente, una faccia da tagliagole" comincia il racconto del comico pugliese.

Zalone poi prosegue: "Attacca discorso e mi comincia a raccontare una storia pazzesca: era stato in galera e si era trasferito in Germania perché in Italia non poteva più lavorare per aver rubato un motorino. Si immagini la scena: noi due in piena notte in un vagone deserto. Lui, enorme e poco raccomandabile, mi racconta nei minimi particolari il suo arresto. Io, piccolo e magro, visibilmente terrorizzato penso: 'adesso questo, i pochi soldi che ho in tasca, me li rapina fino all’ultimo centesimo'". E invece: "Ad un certo punto si commuove, gli si riga il volto di lacrime e mi dice: 'L'altro giorno mio figlio mi dice che vuole un motorino. E io sai che ho fatto? Gliel’ho rubato. Così almeno non si sporca la fedina penale pure lui'. Rimango zitto e intanto penso: 'Qui c’è un film, qui c’è l’Italia'".

Cosa dire: un'esperienza che sembra saltata fuori direttamente da un film di Zalone, ma che invece è grottesca, comica e triste al tempo stesso come solo la realtà sa essere.