Cate Blanchett parla del caso Woody Allen: "I social media non sono tribunali"

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Dopo i commenti di varie star dei suoi film, è Cate Blanchett a parlare per la prima volta della vicenda risorta intorno alle vecchie accuse contro Woody Allen.

In una recente intervista pubblicata da Entertainment Weekly, l’attrice – che ha guadagnato il suo secondo Premio Oscar proprio grazie alla sua interpretazione in Blue Jasmine – ha commentato le vicende sul regista e le accuse che gli sono state nuovamente rivolte: “Non è corretto dire che sono rimasta in silenzio. All’epoca in cui ho lavorato con Woody Allen non ero al corrente di quelle accuse”.

L’attrice, lo ricordiamo, una fiera sostenitrice del movimento Time’s Up. “All’epoca, dissi che era una situazione molto complicata e dolorosa per la famiglia, che spero abbia l’opportunità di risolvere la cosa”. La Blanchett ha poi dichiarato che supporterà qualsiasi causa legale deriverà dalla vicenda, ma che i social media che stanno scatenando le polemiche “non sono né il giudice né la giuria. Sento che problemi di questo tipo debbano essere discussi in tribunale: se questi abusi sono mai avvenuti, la persona sarà accusata legalmente e così qualcuno che è all’interno dell’industria per cui lavoro può usarlo come precedente legale per proteggersi”.

Negli ultimi mesi, infatti, sempre più star – molte delle quali avevano già lavorato in precedenza con il regista, perfino più volte – stanno annunciando di non voler più lavorare con Allen a causa delle vecchie accuse di molestie di Dylan Farrow, che ha puntualmente colto la palla al balzo dei recenti scandali per rilanciare le sue denunce contro il patrigno. Tra queste, Michael Caine, Greta Gerwig, Rebecca Hall, Natalie Portman, Timothée Chalamet e Colin Firth.

Gli unici che hanno apertamente parteggiato per Allen sono stati Diane Keaton, la quale è pienamente convinta dell’innocenza del regista nonché amico di lunga data, e Alec Baldwin, che si è spinto a paragonare la figura di Dylan Farrow a quella del personaggio di Il buio oltre la siepe complice dell’ingiusta morte di un accusato.