Blonde: cosa c'è di vero e cosa è inventato nel film di Andrew Dominik con Ana de Armas?

Blonde: cosa c'è di vero e cosa è inventato nel film di Andrew Dominik con Ana de Armas?
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Blonde di Andrew Dominik è su Netflix e in attesa di scoprire come riuscirà a comportarsi in termini di visualizzazioni e classifiche, proviamo a rispondere alla domanda che tutti si stanno facendo a proposito del nuovo film dell'autore australiano.

Cosa c'è di vero in Blonde, e cosa invece è inventato? Come forse già saprete, il film con protagonista Ana de Armas nei panni di Marilyn Monroe è tratto dal romanzo omonimo di Joyce Carol Oates, che propone una biografia semi-reale dell'iconica attrice hollywoodiana mescolando fatti realmente accaduti ad eventi di invenzione e teorie cospirazioniste. Andrew Dominik sa quanto il cinema possa piegare e inventare e creare, e infatti Blonde riprende le idee del romanzo e non si lascia incatenare dalle regole del biopic, creando una sua Marilyn Monroe in tutto e per tutto cinematografica, in tutto e per tutto finta, plasmata, interpretata.

Alcune cose, dunque, chiaramente non sono mai accadute nella realtà, o per lo meno non ci sono prove al riguardo: ad esempio Gladys Pearl Baker, la madre di Norma Jeane, soffriva davvero di disturbi psichiatrici ed è stata davvero ricoverata in un istituto dopo aver perso la custodia della bambina che un giorno sarebbe diventata Marilyn Monroe, ma non esistono documenti che testimonino che abbia tentato di annegarla. In compenso, l'attrice una volta rivelò ad una giornalista - una citazione successivamente ripresa anche dal suo terzo marito, il drammaturgo Arhtur Miller, in un'autobiografia - che uno dei suoi primi ricordi da bambina riguardava sua nonna, Della Monroe, la madre di Gladys, e in questo ricordo la signora le premeva un cuscino sulla faccia per soffocarla.

Un'altra caratteristica di Blonde è il fatto che la Marilyn Monroe di Andrew Dominik non conosca suo padre: nel film suo padre è una foto - perché Marilyn è un'immagine, è una finzione, ecco perché viene rappresentata come 'figlia di un'immagine' - e il mistero della vera identità dell'uomo sarebbe tornato a tormentare la protagonista per tutta la vita. Non è dato sapere che Norma Jeane e sua madre vivessero con la foto del presunto padre della bambina appesa in casa, ma è vero che Marilyn Monroe sarebbe morta senza conoscere l'identità di suo padre. Nel corso della sua carriera la star ha più volte scherzato sul fatto di essere figlia di Clark Gable (col quale lavorò al film maledetto The Misfits) ma la questione della vera identità del padre di Marilyn Monroe rimane aperta ancora oggi. Di conseguenza, tutta la storyline delle lettere firmate dall'anonimo padre che si vede in Blonde è una completa invenzione.

Per quanto riguarda le violenze sessuali e gli stupri, non ci sono mai state prove al riguardo: non è dato sapere se Marilyn Monroe sia stata davvero costretta ad avere rapporti con alcuni produttori hollywoodiani all'inizio o nel corso della sua carriera, tuttavia la giovane Norma Jeane venne molestata dal suo padre adottivo, Erwin “Doc” Goddard, prima del suo primo matrimonio con Jim Dougherty, quando lei aveva quindici anni e lui ventuno. La relazione a tre tra Marilyn Monroe, Charlie Chaplin jr. e Edward G. "Manny" Robinson Jr. è frutto di invenzione - per lo meno non esistono prove che tale relazione sia mai avvenuta - anche se in una sua biografia il figlio di Chaplin affermò di aver avuto una storia con la Monroe nel 1947. Nella realtà, poi, Cassie sarebbe morto nel 1968, quindi dopo Marilyn e non prima, come invece accade nel film.

I matrimoni con Joe DiMaggio e Arthur Miller, invece, nel film sono ritratti abbastanza fedelmente: la relazione con la stella del baseball è sempre stata turbolenta, ed è un fatto sia che almeno una volta lei lo abbia cacciato di casa (presumibilmente a causa del fare manesco di lui) sia che lui non voleva che lei recitasse in film come Quando la moglie è in vacanza. DiMaggio non venne ricattato da Chaplin Jr e da Robinson Jr (ma quelle foto vennero effettivamente usate per un ricatto ai danni della RKO, che stava per distribuire un film con Marilyn Monroe) però è vero che DiMaggio era presenta sul set di Quando la moglie è in vacanza ed è vero che se ne andò visibilmente disgustato dal ruolo della moglie. Inoltre, i residenti dell'albergo dove lui e Marilyn pernottavano, il St. Regis Hotel, testimoniarono di aver udito urla, tonfi e un pianto di donna provenienti dalla loro suite quella sera stessa.

La relazione con Arthur Miller è stata molto più canonica, invece, rispetto a quella con Joe DiMaggio: è vero, come mostrato in Blonde, che il drammaturgo newyorkese rimase affascinato dal genio di Marilyn e non solo dalla sua bellezza, e nel corso della loro storia lavorarono anche insieme, con Miller che firmò ben due sceneggiature per la moglie (per i film Facciamo l'amore di George Cukor e Gli spostati di John Huston). Il rapporto però iniziò ad incrinarsi durante le riprese di The Prince and the Showgirl (1957), che si svolgevano in Inghilterra con Sir Laurence Olivier. Olivier e Monroe non andavano affatto d'accordo e Miller era spesso costretto a fare da mediatore tra i due, ma durante la produzione lei scoprì il taccuino/diario personale di Miller nel quale il drammaturgo ammetteva la sua frustrazione e la sua delusione nei confronti di Marilyn e di ciò che stava accadendo sul set. In Blonde questo fatto vero viene ricontestualizzato con la star che scopre che Arthur ha usato dialoghi del loro vero matrimonio in una delle sue sceneggiature: questa scena sembrerebbe basarsi sul presupposto che Miller abbia utilizzato la Monroe come ispirazione artistica mentre scriveva la sua commedia del 1964 After the Fall, che fu completato dopo la morte dell'attrice. Ad ogni modo, nella realtà Marilyn Monroe e Arthur Miller hanno perso due figli: la prima volta per una diagnosi di gravidanza extrauterina, la seconda per un aborto spontaneo durante le riprese di A qualcuno piace caldo (1959).

Ci state speculazioni circa un aborto di Marilyn Monroe poco prima della sua morte nel 1962, comunque mai confermato, ma la relazione con il presidente John F. Kennedy è vera: ciò che avveniva negli incontri privati tra loro è ovviamente una pura speculazione di Blonde, sebbene il film ometta uno dei particolari più chiacchierati della vera biografia di Marilyn Monroe, ovvero il fatto che la star ebbe una relazione anche con Robert Kennedy, il fratello di JFK. Fu lui il suo ultimo amante, secondo le ricostruzioni, ed era presumibilmente suo il bambino che l'attrice avrebbe abortito qualche settimana prima di morire.

La vita di Marilyn Monroe, comunque, è stata e rimarrà sempre materia del mito: è questo ciò che Blonde mette in scena, del resto, la distruzione di un'icona che diventa iconica attraverso la propria distruzione. In queste ore Blonde è stato accusato di sessismo ma è anche arrivato alla prima posizione di Netflix.