Recensione Batman v Superman: Dawn of Justice

Per la prima volta insieme in live action, i due pesi massimi della DC Comics si incontrano e si scontrano in Batman v Superman: Dawn of Justice, il nuovo attesissimo film di Zack Snyder. Eccovi la nostra recensione spoiler-free!

Recensione Batman v Superman: Dawn of Justice
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La catastrofica battaglia di Metropolis vista in L'Uomo d'Acciaio ha lasciato enormi strascichi dietro di sé, dentro e fuori lo schermo cinematografico. L'ondata di distruzione portata dallo scontro tra l'improvvisato 'paladino' Superman/Clark Kent/Kal-El e l'invasore kryptoniano, il fiero Generale Zod, è stata una delle cose più criticate da pubblico e critica all'uscita della pellicola, ma allo stesso tempo è stata anche, nell'universo di finzione filmica, l'argomento di discussione principale per l'opinione pubblica nel corso dei due anni successivi all'evento. Il mondo è diviso tra chi considera Superman una sorta di Messia protettore, votato al bene e sempre pronto a proteggerci, e chi lo crede un magnete per calamità di vario tipo, un impostore, un pericolo ambulante che minaccia l'esistenza stessa del genere umano. Tra questi va sicuramente annoverato Bruce Wayne, ereditiero e playboy di giorno e vigilante mascherato di notte nei panni di Batman, deciso a stanare e rendere inerte l'incredibile minaccia. E mentre Clark è ancora confuso sul modo migliore di sfruttare i suoi doni per il bene dell'umanità senza per questo perdere di vista la propria vita privata e il rapporto sentimentale con la giornalista in carriera Lois Lane, la misteriosa Diana Prince si muove nell'ombra alla ricerca di informazioni top secret e il machiavellico genio di Lex Luthor ha architettato un piano per esacerbare la rivalità tra il "semidio" kryptoniano e il raddrizzatore di torti proveniente da Gotham City... il conflitto Batman v Superman è l'alba di un nuovo concetto di giustizia.

"E Superman è solo un bell'alieno: ruba il lavoro a noi, perciò lo meno"

Risorgere dalle proprie ceneri e imparare dai propri errori: questa la missione e il proposito di Batman v Superman: Dawn of Justice, nuovo blockbuster diretto da Zack Snyder e tassello fondamentale nell'effettiva creazione di un universo cinematografico condiviso per gli eroi targati DC Comics. Man of Steel, l'imperfetto esperimento che ha voluto rilanciare la figura di Superman presso il grande pubblico, serve ora come trampolino di lancio per la Justice League, il supergruppo che coinvolge i "pesi massimi" della casa fumettistica, in primis Batman e Wonder Woman. Quello che doveva essere un semplice sequel, insomma, in corso d'opera si rivela un film corale, che si sforza di porre le basi per il futuro. Peccato che si tratti di fondamenta tanto pregiate quanto tremolanti. Se il primo film mostrava di possedere ottime intenzioni non supportate da uno script all'altezza, qui notiamo ancora una volta poca lucidità nella stesura della vicenda, che mette troppa carne al fuoco servendo bistecche mai cotte a puntino, ma (quasi) sempre troppo al sangue o sbruciacchiate.

30% Miller, 70% Rocksteady

Come di consueto, in queste riduzioni filmiche, gli originali fumettistici fungono solo da spunto, quindi se state cercando il Frank Miller de Il ritorno del Cavaliere Oscuro vi consigliamo piuttosto di recuperare il film animato in due parti di qualche anno fa, dato che qui ruolo e convinzioni dei personaggi non sono esattamente gli stessi. Ancora una volta, l'essenza del personaggio di Superman viene messa a fuoco ma mai centrata davvero, e se un primo film su un personaggio 'in divenire' è accettabile e anzi interessante, al secondo cominciamo a volere delle risposte o quantomeno delle linee guida, non una figura ancora incerta del suo ruolo che porta con sé una risma di comprimari basilarmente vuoti (eh sì, Lois compresa: per quanto ci si sforzi a renderla cazzuta, rimane un insopportabile elemento di disturbo).

Possiamo dire invece un gran bene del Batman di Ben Affleck: convincente, credibile, sofferto e perennemente imbronciato e profondamente rabbioso, è il Batman cinematografico che più si avvicina a quello dei grandi classici "seri" sul personaggio, oseremmo dire probabilmente il migliore fino ad ora, con buona pace di Christian Bale, probabilmente l'interprete più amato del Pipistrello di Gotham. La mossa intelligente è quella di mostrare un Batman maturo, con vent'anni di carriera alle spalle, cinico e pragmatico in conseguenza del terribile passato che lo tormenta da decenni. Graficamente, stilisticamente e a livello di mentalità e stile di combattimento, è un Batman mastodontico, che rende giustizia al più grande detective d'azione della storia del fumetto mondiale. Sebbene rimanga qualche dubbio sui suoi metodi, più efferati di quanto siamo abituati a vedere. Elemento curioso, comunque, è l'evidente modellazione delle movenze e delle coreografie di combattimento sulla versione Rocksteady del personaggio, elemento che, ad ogni modo, è tutt'altro che disprezzabile. Nota a margine: l'Alfred di Jeremy Irons è giovanile e accattivante, ma mai (solo) apparentemente distaccato come siamo abituati a vederlo. Un'interessante rivisitazione.
Al di là, poi, degli eventuali camei e citazioni (che vi lasciamo scoprire da soli) c'è da spendere due parole sulle altre due new entry principali nel cast: Lex Luthor e Wonder Woman. Jesse Eisenberg è un Luthor giustamente mefistofelico e lontano dal pensare comune, ma è forse fin troppo palesemente schizofrenico, preda di una lucida follia che sembra accomunarlo più al Joker che al geniale inventore e stratega spina nel fianco di Superman nei fumetti. La Diana di Gal Gadot, invece, riesce nonostante tutto a convincere: il terzo componente della "Trinità" DC era un elemento assai delicato da posare nell'organigramma della trama e si temeva che la bella attrice israeliana non fosse fisicamente all'altezza per presentare una dea della guerra scesa in Terra. Gli scettici dovranno ricredersi, perché la Gadot buca letteralmente lo schermo, muscoli o meno, risultando sempre convincente e sensuale.

"Per quale motivo un'arancia è come un campanello?"

Se a livello di design e comparto attoriale Batman v Superman: Dawn of Justice convince, però, non altrettanto si può dire del resto, purtroppo. Snyder propone delle belle inquadrature e motiva a dovere la squadra ma fatica a far quadrare il cerchio; Hans Zimmer e Junkie XL risultano davvero poco incisivi, rispetto a quello che potevano tirar fuori con questi tre personaggi in contemporanea. La sceneggiatura di Chris Terrio e David Goyer, stringendola all'osso, è tirata fin troppo per le lunghe, con un'alternanza abbastanza stanca e poco ritmata tra le fasi di 'chiacchiera' e quelle d'azione. Che sarebbero anche belle, se fotografate a dovere. Se in MoS ci chiedevamo dove fosse finito Zack Snyder, qui ci chiediamo che fine abbia fatto Larry Fong, perfetto calibratore della luce in 300, Watchmen, Sucker Punch e qui cupissimo fautore di una scura piattezza che non fa risaltare mai il contrasto tra i due protagonisti, o i dettagli della Batmobile, il costume dei supereroi, le differenze tra Metropolis e Gotham. E a proposito delle due città: il film presenta meno assurde incongruenze del suo predecessore, ma il rapporto tra le due città rimane assai confuso, sia a livello scenografico che geografico. Vista la continua alternanza di palcoscenici, con personaggi che passano in pochi minuti dall'una all'altra, sembrano quasi adiacenti, con conseguente grande confusione dello spettatore e molti dubbi di tipo logistico che restano difficilmente spiegabili.

Batman v Superman: Dawn of Justice L'importanza di una pellicola del genere nell'affollato panorama dei cinefumetti è indiscussa, e le possibilità di fallire erano alte. Tanto è vero che ogni precedente tentativo di realizzare un film simile erano, finora, naufragate. Batman v Superman: Dawn of Justice, tuttavia, non è un fallimento, alcune cose sono state studiate molto bene e danno discreta soddisfazione sia ai neofiti dell'universo DC Comics che ai fan. Ma, ad ogni modo, è palese che sia stata calcata troppo la mano, portando gli autori a infarcire la pellicola di troppi elementi, oltretutto non valorizzati a dovere nonostante la generosa durata dell'opera. La pellicola, in sostanza, ha delle ottime frecce al suo arco ma lascia troppi dubbi nello spettatore. Si tratta di un film difficile da fruire ed elaborare, interessante ma con poco mordente, non equilibrato ma, tutto sommato, godibile. Confidiamo che i successivi film stand-alone sui personaggi DC aggiustino il tiro, in attesa del vero e proprio exploit filmico della Justice League, che al momento rimane un grosso punto interrogativo.

7

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